mercoledì 1 luglio 2009

Monte Grappa Challenge 2009

“La soddisfazione di un'impresa tanto ardua mi porta a riflettere che probabilmente non mi riuscirà di migliorare questa prestazione da salitomane, motivo in più per custodirla in posto speciale tra le mie memorie ciclistiche”

Così avevo concluso il racconto della mia quadrupla scalata al Monte Grappa del 2005, ed invece… mi sono lasciato contagiare dalla “Monte Grappa Challenge”
Ritrovo prima dell’alba in un clima di serenità, tutte le operazioni preliminari si svolgono senza fretta, e quando tutti hanno terminato ci si avvia con il sole che spunta dietro alle colline bruciando gli occhi ancora mezzi addormentati. La partenza alla francese è aperta fino alle 9.00, ma i più partono alle 5.30, in quanto il percorso della Monte Grappa Challenge presenta 5 scalate al monte sacro su versanti sempre differenti, e molto diversi come caratteristiche sia tecniche che paesaggistiche. Il percorso extra strong (270 km e 8100 metri di dislivello) è più cosa da atleti abituati alle randonneè, gente abituata a pedalare anche 2 o 3 giorni di fila, per i quali salita o discesa, sole o pioggia, giorno o notte non fa alcuna differenza, mentre erano previsti altri brevetti da 2, 3 o 4 versanti.

Per chi non lo conoscesse salire sul Monte Grappa equivale a scalare il passo Pordoi e di seguito il passo Gardena, solo che i due passi anziché essere collegati da una discesa risulterebbero intervallati dal muro di Grammont (o se preferite da 2 km di rampa del garage).

La salita da Valle San Liberale (24 km) presenta subito una serie di brevi strappi, poi si comincia a salire nel bosco senza grosse difficoltà, ammirando la cima del Monte Grappa dal versante est, a quest’ora splendidamente illuminato; si riesce a restare sempre in gruppetti numerosi, cominciando così a fare conoscenza con i compagni di avventura (127 i partenti); a metà un paio di chilometri più intensi tolgono il fiato, ma da li in poi si arriva in vetta senza particolari difficoltà, pedalando tra gallerie e fortini risalenti alla grande guerra.

Una volta in vetta il gazebo dell’organizzazione preserva una splendida sorpresa, tanto che qualcuno crede di avere davanti a se l’aperitivo di un banchetto di nozze: panini, pasta fredda, frutta e verdura, formaggi, bibite di ogni tipo ed integratori vari, tanto che è quasi una sofferenza doverlo abbandonare per tornare a valle.

Secondo versante, si sale da Semonzo (19 km) in quella che mediamente è la salita più impegnativa: non presenta pendenze estreme ma nemmeno ti lascia rifiatare, ed il sole comincia a farsi sentire, soprattutto nella seconda parte, sia perché ci stiamo avvicinando alle ore più calde della giornata, sia perché si sale tra malghe e prati, in quasi totale assenza di alberi. Per fortuna la giornata è leggermente ventilata e non vi è umidità, altrimenti credo sarebbe davvero proibitivo pedalare per tutta la giornata portando a termine i brevetti più impegnativi.

Ennesimo ristoro e discesa verso Caupo che non finisce mai, sfianca percorrendola in discesa, non oso pensare a quando verrà il momento di doverla ripercorre in salita. Da Caupo si scollina il centro il Seren del Grappa e ci si addentra per la Valle di Seren per il terzo versante (21 km), con lo spauracchio del capitello che martella nella testa fin dalla partenza. Dopo alcuni chilometri normali ve ne sono un paio letteralmente in piedi, con punte intorno al 23%, dove riuscire a stare in sella è veramente impresa da togliere il fiato. Questo strappo resterà nelle gambe, bisogna avere forza per superarlo ma saperla dosare al minimo indispensabile per non pagarne in seguito le conseguenze.

Una volta in vetta ci si rende conto che parecchi hanno trovato soddisfazione nei brevetto da 2 versanti, o forse semplicemente i concorrenti sono molto distribuiti sul percorso, perché si vedono più amici e parenti vari che ciclisti ! E’ il momento ideale per mangiare qualcosa in più, approfittando ancora una volta della gentilezza e della disponibilità dell’organizzazione, tanto che diventa ancora una sofferenza abbandonare i nuovi amici per l’ennesima infinita discesa verso Caupo, dove girata la bici al punto di controllo, si ricomincia a salire (29 km) lasciandosi il mondo alle spalle : altopiano di Asiago, vette feltrine, Cima d’Asta, Pale di San Martino… La salita è piuttosto snervante psicologicamente perché, nonostante non presenti pendenze impossibili e l’andatura sia un poco più elevata rispetto agli altri versanti, il count down dei cartelli chilometrici è veramente lungo, ma è anche facile distrarre la mente osservando il verde dei pascoli e gli infiniti sentieri sterrati che risalgono a zig zag dalla Valsugana.

Una volta in vetta (sono le 19.00) preferisco fermarmi sia per aver perso la brillantezza di inizio giornata che per il buio ed il freddo che comincia a farsi pungente. Piuttosto che finire distrutto una prova oltre i limiti (portata a termine da 17 atleti) preferisco essere uno dei 7 “incompiuti” , per modo di dire, visto che in totale sono 220 km (con oltre 100 di salita) per 6700 di dislivello, portati a termine in 12 ore e mezza (più soste) !

Organizzazione perfetta, personale ai punti di controllo sempre cordiale e sorridente, ristoro indovinatissimo, non possono che portare infiniti complimenti all’organizzazione, che ha fatto sentire ciascuno di noi come un amico invitato ad una festa !