domenica 25 luglio 2010

Mortirolo

Finalmente il Mortirolo, una salita con la "S" maiuscola che ancora mancava al mio palmares.
Ma fare tanti chilometri in auto per una sola salita, per quanto importante questa sia, sarebbe stato uno spreco di risorse, quindi riscaldiamo i motori con il passo Gavia da Ponte di Legno, in maniera da rendere epica la nostra impresa. Il nevischio ai 2652 metri di altitudine ed il freddo patito in discesa sono già dimenticati da un pezzo quando cominciano le dure rampe del Mortirolo.
Le pendenze sono sempre importanti e la salita è tutt'altro che facile, ma l'abitudine ad affrontare pendenze ancora più estreme (Bocca di Forca, Seren del Grappa, Zoncolan...), la concentrazione e la determinazione consentono di raggiungere la vetta senza mai arrivare al limite delle proprie capacità. Breve ristoro e poi percorriamo 20 km sulla cresta dei monti per poi scendere ad Aprica, dove, non paghi delle fatiche odierne, scendiamo ancora per poi affrontare il passo di Santa Cristina, breve ma impegnativo, soprattutto con le gambe appesantite dalle precedenti salite. Negli ultimi 2 chilometri del passo solo il pensiero della birra che mi aspetta in auto tiene a bada qualche crampo, fortunatamente rimesso nel cassetto dall'ultima mezz'oretta in leggera discesa dove le gambe hanno modo di rilassarsi dopo i 4100 metri di dislivello superati.

domenica 18 luglio 2010

La Pinarello Cycling Marathon 2010

Domenica, ore 3.30, il vento e la pioggia mi svegliano di sobbalzo: un poco in ritardo ma la bufera è arrivata. Alle 6.00 suona la sveglia, aspetto fino alle 7 ma piove talmente forte che farei fatica solo a raggiungere l’auto, quindi torno a letto. Mi svegliano i bambini alle 8.30, guardo il telefono e vedo una chiamata di Fabio: provo a sentirlo e scopro che hanno posticipato la partenza alle 8.45, eliminando il Grappa per impraticabilità delle strade. Mi vesto e mi precipito a Treviso, dove alle 9.08 mi accodo agli ultimi gruppetti che stanno lasciando il centro storico. A Montebelluna raggiungo Nazareno e Nicola, e con quest’ultimo cominciamo a spingere forte raggiungendo un bel gruppone. Sul Mostaccin un ingorgo interrompe la nostra super prestazione, ma continuiamo a recuperare posizioni sui colli asolani e sulle colline del prosecco; si comincia quindi a scendere verso il Piave e a fatica, con il 50x13 , riesco a tenere la ruota di Nicola che sembra indemoniato: ogni volta che il gruppo si infoltisce si mette davanti ai 50 all’ora e fa un poca di selezione, indispettito dal fatto che nessuno gli dia dei cambi. Il mio cambio glielo darei in testa, perché rallentasse un poco !!
Finalmente si rifiata nella salita del Montello, quindi di nuovo a tutta negli ultimi 20 km. Ai -10 Altro allungo, ed in 4 (vedi foto) arriaviamo a Treviso inseguiti (inutilmente) da almeno 30 persone !

sabato 17 luglio 2010

Montre Grappa Challenge 2010

Primo versante in scioltezza e tranquillità, chiacchierando con Mirko ed ammirando l’imponenza del Monte Grappa fino al fatidico salto della Capra, un muro che toglie il fiato e stabilisce le gerarchie: Mirko allunga, mentre io ne approfitto per fare nuove conoscenze.
Veloce ristoro e splendida discesa a Romano: ottimo lo spostamento al sabato della MGC, il traffico è minimo e mi devo impegnare per tenere la ruota di Mirko. In un attimo siamo a Semonzo, al controllo mi tolgo la canotta fradicia facendo volare telefono, chiavi, occhiali e casco in mezzo alla strada; riparto, quindi mi fermo in surplace per dare la precedenza a due auto, sterzo e mi trovo disteso in mezzo all’incrocio ! Raccolgo la bici in velocità accorgendomi però che la ruota anteriore è mezza sgonfia (ecco spiegato il motivo dello scivolone), con un dito sanguinante e abrasioni al ginocchio in 4 minuti siamo pronti a ripartire, contravvenendo però la regola numero 1 della riparazione di una foratura. Dopo un paio di km infatti Mirko domanda se ho controllato il copertone, io mi alzo sui pedali e pfffffff ! Tolgo il sassolino appuntito e ci do dentro con toppe e mastice, quindi mi impegno a fondo per recuperare il ritardo. Sto molto bene, il ritmo è alto ma le borracce mi lasciano presto a secco: incrocio una moto circondata solo da bottigliette vuote, comincio a soffrire l’arsura quando una nuvola porta un poco di ombra negli ultimi 4 km. Al ristoro trangugito meloni, pesche, coca cola, the, acqua e sali in quantità industriali, temo di essere già disidratato dalla foga che mi prende. Nella discesa verso Caupo bevo un altro litro di acqua, alla fontana mi faccio una doccia completa mentre il termometro segna 39 gradi; altra sosta a Pian della Chiesa perché le borracce sono già vuote (siamo a 40°), altra doccia completa al punto che sembro uscito da una piscina. Il muro di Seren vola in un attimo, non sono mai in affanno e procedo regolare fino al Forcelletto, dove recupero 2 bottiglie di acqua (36 °C a 1400 slm) e riparto di buona lena fino a godermi il fresco della vetta (29 °C a 1735 !!)

Ho un’ora di vantaggio rispetto allo scorso anno, ma la prospettiva di scendere per 28 km e risalire in questa arsura mi demoralizza. Sopra l’altopiano di Asiago il cielo minaccia tempesta, e per quest’anno avrei già dato abbastanza alla Sportful. Inoltre l’indomani c’è la Pinarello per completare il brevetto Ultramarathon, e fin qui è andato tutto troppo bene al punto da non sembrare nemmeno vero. Con il senno di poi io e Mirko abbiamo preso la decisione sbagliata, ma a pari condizioni deciderei alla stessa maniera: per quest’anno la MGC finisce con due birre ed un bel piatto di pasta fredda !

Da una parte resta un pizzico di rammarico, dall'altra sono invece felice, perchè fare quasi 170 km con 5000 metri di dislivello non è una passeggiata, e a me sono venuti con naturalezza e senza affanni particolari, nonostante il caldo torrido. Il voler portare l'asticella sempre un poco più in alto forse non ci fa ben rendere conto del reale peso delle "nostre" imprese: credo siano pochissimi (se ce ne sono) i prof capaci di scalare 8000 metri nella stessa giornata !

I complimenti all’organizzazione non saranno mai abbastanza: la loro passione e l’entusiasmo che ci mettono l capisci solo guardandoli negli occhi. Con i loro sacrifici anche quest’anno hanno fatto felici migliaia di bambini, ben oltre ai 300 che pedalavano sul monte sacro.

domenica 11 luglio 2010

Campionato Italiano AVIS

Dopo una settimana in altura (spiaggia di Grado) ed un breve e delicato riscaldamento (40 km con la salita del Croce d'Aune) debutto nella specialità ciclistica che più si addice al mio fisico: le gare in circuito. Abituato a lunghe pedalate a ritmo costante, che ho nel fondo e nella resistenza la mia caratteristica migliore, decido di mettermi alla prova nel campionato italiano Avis a Fonzaso.Come al tour dopo 200 metri iniziano gli scatti, e le gambe già sono in sofferenza, la velocità oscilla sempre tra i 35 e i 55 all'ora, il cardiofrequenzimetro è impazzito (alla fine il 66% del tempo fuori soglia). In rettilineo, quando non ci sono scatti, si tiene una velocità sopportabile e ne approfitto per recuperare posizioni, in curva si spera solo di non cadere, quindi una frustata per riprendere velocità, che io "alleggerisco" lasciandomi sfilare verso la fine del gruppo.Dopo 6 giri dei 10 previsti i primi crampi, provo a tenere un altro giro ma alla fine, dopo poco più di un'ora, sono costretto a fermarmi, proprio non ne ho più.Bella esperienza, c'è da ragionare e restare lucidi di testa mentre il fisico viene portato allo stremo, ma era proprio quello che cercavo, una bella svegliata dopo una settimana di vacanza. Magari ripeterò l'esperienza, ma con la consapevolezza che occorrono allenamenti molto diversi rispetto ai miei abituali per prove del genere.Alle fine, poichè la pasta non era ancora pronta, ho barattato il buono pranzo con due graditissime birre !

sabato 3 luglio 2010

Senza prezzo

Come nella pubblicità: Sono tantissime le cose che si possono comprare, basta avere disponibilità economica. Ma insegnare a tuo figlio a pedalare senza rotelle... non ha prezzo.
Qui nella spiaggia di Grado, dopo un pomeriggio bloccati in albergo dalla pioggia, si è sfogato sul bagnasciuga consumando la sua bici ed il mio fiato. E ad ogni persona che passava, che fosse italiano o tedesco non importa, doveva ricordare che "io sono Diego, ho 4 anni, e so andare in bici senza rotelle !"