domenica 25 settembre 2011

Al dovere, alla vita

Finalmente una salita tirata, in cui mi sono impegnato al massimo (ma non oltre) ed ho avuto la soddisfazione di un discreto risultato cronometrico (1020 di VAM su 11 km); in 10 anni era la mia 139° salita a Pianezze da Valdobbiadene, e mi sono accorto solo ora di un piccolo monumento, per la verità nascosto dietro ad un grande albero. Con il massimo rispetto per chi ha donato la sua vita in difesa del nostro paese, mi sono fermato a riflettere sul significato del dovere e della vita, quindi ecco la mia breve omelia: credo che pur con le mille difficoltà cui la vita ci mette davanti, banali per alcuni, molto pesanti per altri, tutto sommato apparteniamo ad una categoria estremamente fortunata, dove possiamo permetterci di gioire delle vette conquistate in sella, del sorriso di un bambino o di tante altre piccole soddisfazioni. Ricordiamoci sempre che nel mondo c'è gente che non sa nemmeno se troverà qualcosa con cui sfamarsi al prossimo pasto ! Per questo credo che abbiamo il dovere di vivere sempre la nostra vita con gioia, quantomeno per rispetto di chi è stato molto meno fortunato di noi.
Un'ultima cosa: abbiamo anche il dovere di non far mai sapere ai caduti in guerra in che condizioni versa attualmente l'Italia...

giovedì 22 settembre 2011

Pinarello FPquattro

















Pinarello FPquattro
Anno 2012
Telaio in carbonio 30k
Gruppo Campagnolo Centaur 10v

martedì 13 settembre 2011

Monte Sacro

Una notte di luna piena è notte da lupi, ma noi siamo solo quattro gatti: David e Flavio, io e Graziano; i primi viaggiano chiacchierando in assoluta scioltezza mentre noi due ci difendiamo bene nei tratti pedalabili e ci affanniamo un poco quando la pendenza aumenta, anche se l’orgoglio di ciascuno, soprattutto nei confronti dell’altro, non ce lo farà mai ammettere.
Il cielo appena velato dall’umidità toglie poco o nulla al paesaggio, la temperatura è ideale, a parte un poco di vento nel finale, la suggestione del percorso da pelle d’oca: il silenzio rotto solo da qualche scricchiolio al mio reggisella e dagli sfottò che ci scambiamo.
Poi improvvisamente la vetta compare alla vista un paio di chilometri sopra di noi e ci godiamo il tratto finale affascinati da tanta bellezza: omaggio al Grappa, montagna sacra sia di giorno che di notte !

mercoledì 7 settembre 2011

Monte Crostis (e Zoncolan)

Crostis e Zoncolan oppure Zoncolan e Crostis ? L’obiettivo di giornata è il Crostis, quindi oggi si sale prima sulla montagna delle polemiche all’ultimo Giro. Con David si arriva al parcheggio a Tolmezzo dove scarico la bici e scatto subito, ma poi preferisco tornare indietro ed indossare i vestiti e le scarpe da ciclista; nel trasferimento a Comeglians ci si scalda bene e all’imbocco della salita la strada si imposta al 10% e da li non si schioderà più. Bellissima la prima parte nel bosco circondati da abeti secolari, mentre già da metà si comincia a scorgere la cresta arcuata e la traccia della strada panoramica che la attraversa. Gli ultimi 3 km presentano strappi vicini al 20%, ma siamo saliti al risparmio ed arriviamo in cima per goderci lo splendido panorama mentre gusto un panino con il brasato avanzato la sera prima !
I 6 km della strada panoramica sono sterrati e sono nella primissima parte occorre qualche attenzione in più, poi si può procedere senza intoppi, anche se lentamente. Alla ripresa dell’asfalto una fontana dove riempiamo le borracce e mangio il secondo panino con il brasato, poi giù in picchiata su una discesa tecnica ma per nulla pericolosa, anzi, nei tratti dove c’è l’asfalto nuovo risulta decisamente piacevole.
Finalmente ad Ovaro attacchiamo lo Zoncolan: primi 3 km impegnativi ma accessibili, poi comincia un muro di 6 km dove procedo a ritmo lento ma regolare fino ai quattromiladuecentometri. Sarà stato la foto di Hinault (maledetti francesi, tenetevi il formaggio puzzolente e ridateci la Gioconda), ma ad un certo punto mi si ripropone tutto quello che avevo nello stomaco (solo ora ho capito che il brasato è poco digeribile) e sono costretto a fermarmi un qualche minuto, mentre svuoto la borraccia per ricacciare giù tutto. Riparto un poco sconfortato ma da qui alle gallerie tutto torna sotto controllo, fino all’attacco degli ultimi mille metri quando la sete e l’arsura del primo pomeriggio mi mettono alle corde fisicamente, mentre per il morale ci pensa David che, posizionato qualche tornante sopra alla mia testa, comincia ad insultarmi per la mia lentezza.
Ho pagato sicuramente la mancanza di fondo, ma non posso che essere soddisfatto per quanto fatto considerato in che condizioni ero appena 4 mesi fa.