domenica 29 luglio 2012

Triathlon Sprint Lovadina (TV)

Seconda gara di Triathlon, nella splendida cornice del parco LeBandie, già teatro dei mondiali di ciclocross di qualche anno fa. Nella frazione a nuoto riesco a nuotare con discreta tecnica migliorando un poco anche il mio tempo finale. In bici pedalo quasi sempre da solo, chiudendo i 23,5km a 36,5 km/h di media, considerando 3 giri con 4 rotonde e diverse curve a gomito sta a significare che in rettilineo stavo quasi sempre appena sopra ai 40 all'ora. Per oltre mezz'ora impiegavo alcuni minuti per rientrare su un piccolo gruppetto, rifiatavo 30 secondi e poi mi lanciavo all'inseguimento di quello successivo. Molto soddisfatto della prestazione mi sono difeso bene anche a piedi, chiudendo 175° su 254, molto meglio del previsto, visto che il livello era alto e sto cominciando adesso a prendere confidenza con la specialità.

sabato 28 luglio 2012

L'evoluzione della specie

Ruote aereodinamiche ad alto profilo in alluminio, prolunghe da triathlon sul manubrio: minima spesa, massima resa. Le ruote sono più pesanti, ma su terreno pianeggiante alle alte velocità un leggero vantaggio si sente; sostanzialmente direi che si fa più fatica a prendere velocità e la guidabilità è un poco meno agile, ma una volta lanciati si spende meno per mantenere quanto acquisito. Mi ha sorpreso invece la prolunga sul manubrio: mi ci sono abituato molto velocemente, la posizione è decisamente comoda, e la differenza di prestazione è notevole, in quanto solo abbassando il busto in posizione da crono si guadagnano 1,5 / 2 km/h, che davvero è tanta roba.

lunedì 23 luglio 2012

Alpi : considerazioni finali


Per me sono stati 4 giorni meravigliosi, in cui c'è stata la possibilità di vedere posti molto diversi dai quali sono abituato, oltre che di darci dentro con la bici e di conoscere a fondo nuove persone. Ed è questo l'aspetto che mi piace di più: Mirko ormai lo conosco da anni, David lo sopporto da ancora più tempo, anche se la frequentazione quotidiana è cosa diversa rispetto al pedalare insieme più o meno frequentemente. Approfondire e saldare un'amicizia è sempre un'opportunità da sfruttare. Con Giorgio avevo già pedalato su Gavia-Mortirolo-Aprica (con lui solo giri facili), con Gabriele non ci avevo parlato nemmeno online, ed anche con loro è stato molto bello conoscerci, capirci e chiaccherare dei temi più svariati. Credo (spero) che valga anche per altre passioni condivise, ma trovo meraviglioso che nella fatica sui pedali persone apparentemente distanti nella vita quotidiana (Giorgio e Gabriele hanno quasi la metà degli anni miei e di David) riescano a trovare un'intesa così piacevole. Infine un grazie a Fermo, che ci ha seguito con dedizione sull'ammiraglia, rendendo un poco più leggere le nostre fatiche.

domenica 22 luglio 2012

Alpi : Pian del Re (sorgenti del Po)

Si arriva così all'ultimo giorno, colazione con calma e breve trasferimento in auto sotto la pioggia, perdendo tempo per un errore di navigazione, così quando arriviamo a Paesana ha smesso di piovere; subito in sella e via alla cronoscalata al Pian del Re ad ammirare il Monviso e le sorgenti del Po. Giornata fresca e limpida, e ciascuno di noi si prodiga al massimo delle proprie capacità, ormai le fatiche dei giorni scorsi sono state smaltite e le differenti cilindrate dei nostri motori emergono chiaramente. In cima parecchie auto (vabbè, è domenica) ma paesaggi suggestivi anche quest'oggi: ci abbeveriamo alla sorgente e già la testa comincia a pensare al viaggio di ritorno.

sabato 21 luglio 2012

Alpi : Sant'Anna di Bellina


Nei giorni precedenti il centro delle discussioni era se inserire nell’anello Lombarda - Bonette - Maddalena anche la scalata al Vars, mentre dalla sera precedente restava solo da decidere solo se pedalare o meno: qualcuno la bici non voleva vederla nemmeno in televisione, ma alla fine ci siamo lasciati convincere da Massimiliano: “fate Sant’Anna di Bellino che non è impegnativa e merita una gita”.
Percorso breve, dislivello limitato, non sappiamo cosa aspettarci in cima… quasi quasi rinunciamo all’ammiraglia. Per fortuna invece l’auto ci segue, la scalata è lunga anche se l’unico impegno viene dalla stanchezza dei giorni precedenti, e le borracce d’acqua si sprecano. La vallata è selvaggia ed i paesini che si incontrano molto caratteristici, compreso Sant’Anna da dove la strada prosegue ma solo su sterrato.

venerdì 20 luglio 2012

Alpi : Montemale, Fauniera, Sampeyre


Le gambe fanno male, e risalire in bici costa qualche sacrificio in più del previsto, e solo dopo qualche chilometro ingraniamo superando la prima breve salita (Montemale) e raggiungiamo Pradleves. La salita al Fauniera si rivela impresa vera per diversi motivi: ci si aspettava una salita lunga e regolare ed invece si sale a gradini con rampe, soprattutto nella parte centrale, davvero impegnative; nel finale il vento in alcuni tratti soffia in maniera importante e le gambe sono tutt’altro che brillanti, ma il fascino della strada ci fa superare tutte le difficoltà.
Da incubo anche la discesa, terminata la quale ci si inoltra nel vallone d’Elva per risalire fino al colle di Sampeyre, altra cima storica e discretamente impegnativa, forse meno fascinosa delle precedenti ma non per questo più semplice da conquistare. Sembrava impossibile, ma la discesa è peggiore di quella del Fauniera: lunga, su asfalto ruvido e molto rovinato, e richieda la massima attenzione fino all’ultimo metro. Quasi 140km con più di sette ore in sella, anche oggi non ci siamo certo risparmiati.

giovedì 19 luglio 2012

Alpi : Agnello(ITA), Izoard, Agnello (FRA)

La prima tappa di una quattro giorni ciclistica sulle Alpi in compagnia di David, Mirko, Giorgio e Gabrile si rivela meravigliosa, con l’entusiasmo alle stelle, e da Sampeyre si scala il Colle dell’Agnello tra il fischiare di marmotte ed il pascolare di capre e bovini, tra prati e rocce, fino al confine a quota 2744. La discesa è interminabile, quindi attacchiamo l’Izoard restando ancora brillanti e lucidi abbastanza da poterci godere la meraviglia della Casse Deserte ed i ghiaioni successivi che ci accompagnano fino in vetta. Il vento è il protagonista dei chilometri successivi da Briancon fino a Guillestre, dove si fatica non poco a completare l’anello dell’Izoard nonostante alcuni scorci meravigliosi. Il versante francese dell’Agnello è una sofferenza lunga 42 interminabili chilometri, e nel finale le pendenze, l’altitudine e la stanchezza ci mettono in crisi ma, seppur snocciolati conquistiamo la cima, ci cambiamo velocemente e ci lanciamo in discesa fino all’Hotel. Sono le 19.45, abbiamo ancora 15 minuti per lavarci e presentarci a tavola dove spazzoliamo tutto per cercare di reintegrare le oltre 7000 calorie consumate in giornata per completare i 201km con quasi 5000 metri di dislivello.

mercoledì 18 luglio 2012

Frasi celebri

Non abbiamo bisogno di almanacchi, le risposte ce le ha già date oggi la strada.

Giorgio Vedovati (Sampeyre, 2012)

sabato 14 luglio 2012

MonteGrappaChallenge 2012


Doveroso cominciare con i complimenti ad Ivan, alle sue donne, ai cuochi e a tutti quanti hanno collaborato a realizzare questa splendida manifestazione. Quest’anno ho scelto di pedalare, per socializzare e per vivere dall’interno questa splendida giornata, ed ho potuto sentire solo parole positive, apprezzamenti, gioia e felicità al punto che le fatiche ciclistiche sembravano passare in secondo piano, nonostante mediamente ciascuno pedali sempre fino al limite delle proprie capacità. 
Il primo versante lo ho pedalato con Arturo, nel secondo con Giampietro ed i suoi compagni di squadra, nel terzo sono rimasto solo con la mia fatica, sempre però scambiando due parole con chi mi superava o con chi raggiungevo nel corso della salita, continuando con saluti ed impressioni anche al ristoro. Semplicemente meraviglioso ! E poi al Capitello di Seren ho visto la Madonna...

sabato 7 luglio 2012

Debutto ufficiale

Solo 5 settimane di preparazione per cercare di raggiungere un piccolo traguardo che sognavo da anni. 
Nuoto, 750m: Già il fatto di non essere annegato è da considerarsi un buon punto di partenza, perché nell’avvio di massa ci sono scontri e toccate continue che tolgono concentrazione ad una situazione già precaria di per sé; nuotare in un bacino del fiume Sile mette paura e soggezione, e l’adrenalina della competizione ti impedisce di rispettare le frequenza di respirazione e di nuotare con scioltezza. Solo nel finale le cose sono migliorate un poco. Esco dall’acqua 181° su 190. 
Bici, 20km in 3 giri: Nei primi due giri resto in gruppo e pedalo in scioltezza senza strafare, nel terzo sono solo ma mantengo comunque una ottima velocità. Scendo dalla bici stile ciclocross ma mi ritrovo disteso sull’asfalto: le scarpe lisce sull’asfalto non hanno la stessa tenuta di quelle da mtb sul prato. Frazione a 38.5 km/h con il 72° tempo assoluto. 
Corsa, 5km: Ritmo regolare, lo sforzo è breve ma c’è comunque da controllare le poche energie rimaste facendo i conti con il caldo e l'arsura in gola. Il tempo parziale è 85°, correndo a circa 4.10 al chilometro. 
Nel totale sono 139°/190, ben oltre ogni più rosea aspettativa. Contavo di stare sotto 1h.30, ho chiuso a 1.11.08, esperienza fantastica, da ripetere sicuramente.

giovedì 5 luglio 2012

Le origini


Il triathlon è uno sport giovane, appena maggiorenne visto che nasce nel 1977 da una scommessa tra un gruppo di amici su di una spiaggia di Honolulu, alle Hawaii. Il suddetto gruppetto discuteva a proposito della gara più dura dal punto di vista della resistenza: se fosse la Waikiki rough water swim di 3,8 km a nuoto, se fosse la 112 mile ( 180 km ) bike race around Oahu, o the Honolulu Marathon di corsa di km 42,195. Il comandante della marina John Collins suggerì di combinare le tre prove in un unica gara. Tutti risero, ma quel giorno era nato il triathlon, ed era nata la gara che ha fatto la leggenda di questo sport, l'Ironman delle Hawaii. 

domenica 1 luglio 2012

Prove generali

Un solo mese di allenamenti in piscina e di corsa a piedi, molto poco di combinazione tra le varie discipline; così ho colto al volo l’allenamento organizzato dalla piscina con sequenza nuoto, bici e corsa sulla mezza distanza rispetto allo sprint, ma da ripetersi per tre volte: due ore quasi sempre al limite per abituarsi ai cambi, sia di abbigliamento che di sforzo fisico. Già lo avevo sentito dire, ma ora ne ho la certezza: il triathlon è uno sport a sé, non è la combinazione di tre sport differenti ! Provare per credere.