Non esistono limiti fisici, ma soltanto paure nella nostra testa. E allora perché non provare a superarsi nonostante un livello di allenamento non certo eccellente ?
Compagno di viaggio David, più forte e allenato di me, compagno ideale per questa avventura. Luogo prescelto, il Montello, collina delle prealpi trevigiane a sud del fiume Piave, luogo di importanza militare strategica della grande guerra. La collina è a forma ellittica tagliata in lungo dalla strada dorsale ed attraversata verticalmente da 21 prese che la “tagliano” da nord a sud, di lunghezza tra 1.5 e 4 km, con pendenze medie intorno al 6% ma praticamente tutte con una prima parte superiore al 10% (punte al 17%) per poi diventare pianeggianti nella parte finale. L’obiettivo: risalire tutte quelle asfaltate in una sola giornata.
Nella prima parte superiamo parecchie tra le più impegnative, con le gambe fresche e carichi di energie, attraversando cunicoli boschivi molto suggestivi mentre la solita migrazione di lumache ci costringe ad un paio di soste per pulire i freni. La presa 14 è quella che porta a S.Maria della Vittoria, punto più alto della collina, e da qui in poi le prese diventano più lunghe ma con punte sempre meno proibitive, l’asfalto diventa sempre più sporco e rovinato; aumenta il numero delle salite superate mentre si svuotano le tasche con i nostri rifornimenti.
Giro di boa intorno all’ossario e via a ripercorre il percorso inverso. Le prese 11 e 13 Nord mi svuotano completamente, sono al limite delle energie rimaste, urge una sosta al bar per un ennesimo panino al prosciutto e 2 coca-cola. Ormai restano solo 4 prese, con la 17 e la 19 Sud tra le peggiori in assoluto. Ma il cibo sta entrando in circolo e nonostante il sole cocente il ritmo torna alto, favoriti dall’adrenalina dell’avvicinarsi del traguardo che non fa più sentire la fatica.
Alla fine saranno 30 salite, 190 km e 4000 metri di dislivello completati in poco meno di 9 ore.