Finalmente la possibilità di partecipare a questa granfondo, dopo aver osservato ed ammirato per anni i ciclisti passare davanti alla casa di Fiera di Primiero, considerandoli quasi degli eroi per il percorso che riuscivano a superare, spesso accompagnati da condizioni meteo decisamente avverse.
Partenza alle 7.30 ma già si intuisce che sarà una giornata molto calda e soprattutto molto afosa. Nonostante siano praticamente le strade di casa non ho mai affrontato le salite principali, così affronto Cimacampo controllando la frequenza cardiaca e mantenendomi ben sotto le mie potenzialità. Infatti già dal secondo passo, il Manghen, il sole e la calura si fanno sentire obbligando a dosare per bene le energie, a mangiare e soprattutto a bere molto. Nonostante l’attenzione alla parte agonistica di questa parte del percorso non posso restare indifferente agli splendidi paesaggi che questa salita dolomitica sa regalare. La prima parte del passo resta sollevata rispetto al fondovalle nel quale tra gli alberi si intravede uno splendido torrente. Nella seconda parte invece la strada si restringe, si entra nel bosco e nonostante le pendenze accorcino il fiato si riescono ad ammirare lo scollinamento sempre visibile e la vallata sottostante nella quale si vede inerpicarsi lo zig zag della striscia di asfalto appena superato. Nella discesa del Manghen mi scateno, memore dell’impresa di Savoldelli al Giro d’Italia del '98, superando parecchi concorrenti e raggiungendo il numeroso gruppo della Pinarello ai quali mi accodo e mi faccio scortare per tutto il fondovalle fino all'inizio del passo Rolle.
Qui la fatica comincia a farsi sentire ma le pendenze non impossibili consentono di mantenere un buon passo e di staccare comunque tutti i compagni di gruppo. Nella successiva discesa, nonostante la conosca a memoria e la affronti a forte andatura, riesco a raggiungere un solo concorrente con il quale arriviamo con cambi regolari fino ai piedi del Croce d'Aune; qui sia per il caldo che per la difficoltà della salita diventa solo una questione psicologica riuscire ad andare avanti: le gambe bruciano e gridano vendetta ma come dice Aldo Rock (ciclo maratoneta e speaker di radio Deejay) la metto sul filosofico con la frase: "gambe state male ? è un problema vostro ... perché io sto bene !". Per fortuna molti abitanti della zona rinfrescano gli atleti con le loro pompe da giardino. Nella discesa successiva arrivo a 200 metri da un altro gruppo piuttosto numeroso ma quando la strada spiana a 4 km dalla fine non riesco a trovare le forze per raggiungerli. Resta così il rammarico di non aver guadagnato qualche altra posizione.
(208 km, 8h 52min, media 23 km/h, 427° classificato)
Partenza alle 7.30 ma già si intuisce che sarà una giornata molto calda e soprattutto molto afosa. Nonostante siano praticamente le strade di casa non ho mai affrontato le salite principali, così affronto Cimacampo controllando la frequenza cardiaca e mantenendomi ben sotto le mie potenzialità. Infatti già dal secondo passo, il Manghen, il sole e la calura si fanno sentire obbligando a dosare per bene le energie, a mangiare e soprattutto a bere molto. Nonostante l’attenzione alla parte agonistica di questa parte del percorso non posso restare indifferente agli splendidi paesaggi che questa salita dolomitica sa regalare. La prima parte del passo resta sollevata rispetto al fondovalle nel quale tra gli alberi si intravede uno splendido torrente. Nella seconda parte invece la strada si restringe, si entra nel bosco e nonostante le pendenze accorcino il fiato si riescono ad ammirare lo scollinamento sempre visibile e la vallata sottostante nella quale si vede inerpicarsi lo zig zag della striscia di asfalto appena superato. Nella discesa del Manghen mi scateno, memore dell’impresa di Savoldelli al Giro d’Italia del '98, superando parecchi concorrenti e raggiungendo il numeroso gruppo della Pinarello ai quali mi accodo e mi faccio scortare per tutto il fondovalle fino all'inizio del passo Rolle.
Qui la fatica comincia a farsi sentire ma le pendenze non impossibili consentono di mantenere un buon passo e di staccare comunque tutti i compagni di gruppo. Nella successiva discesa, nonostante la conosca a memoria e la affronti a forte andatura, riesco a raggiungere un solo concorrente con il quale arriviamo con cambi regolari fino ai piedi del Croce d'Aune; qui sia per il caldo che per la difficoltà della salita diventa solo una questione psicologica riuscire ad andare avanti: le gambe bruciano e gridano vendetta ma come dice Aldo Rock (ciclo maratoneta e speaker di radio Deejay) la metto sul filosofico con la frase: "gambe state male ? è un problema vostro ... perché io sto bene !". Per fortuna molti abitanti della zona rinfrescano gli atleti con le loro pompe da giardino. Nella discesa successiva arrivo a 200 metri da un altro gruppo piuttosto numeroso ma quando la strada spiana a 4 km dalla fine non riesco a trovare le forze per raggiungerli. Resta così il rammarico di non aver guadagnato qualche altra posizione.
(208 km, 8h 52min, media 23 km/h, 427° classificato)