martedì 31 dicembre 2002

Statistiche 2002

Il mio anno più prolifico con 203 uscite per u ntotale di 11.765 km e 97.876 metri di dislivello, con la grande soddisfazione della conquista del Prestigio di Cicloturismo portando a termine tutti i percorsi lunghi delle Gran Fondo più rappresentative del circuito nazionale, compresa la terribile prova austriaca della Oetztaler Radmarathon conclusa in 284° posiziona assoluta (su 2500 partecipanti) alla folle media di 26.4 km/h su un percorso di 250 km e soprattutto 5500 metri di dislivello.

domenica 29 settembre 2002

Zoncolan

Ed eccomi a sfidare quella che viene considerata la salita italiana più dura seconda solo al Mortirolo. Da Tolmezzo 30 km di leggera salita portano fino ad Ovaro; dal centro del paese un paio di km piuttosto semplici portano all'abitato di Lariis passato il quale la strada diventa poco più che un sentiero (comunque con un buon fondo) e si impenna immediatamente, facendo intuire che bisogna proprio raggiungere le vette innevate che apparivano tanto alte e terribilmente vicine. Dopo qualche centinaio di metri alcune ossa umane e biciclette arrugginite ricordano che il grado di preparazione per affrontare questa salita deve essere piuttosto elevato. Per 6 km infatti la strada si mantiene in mezzo al bosco, non concedendo nessuna visuale e, peggio ancora, la pendenza resta sempre costante sul 13/15% senza concedere un attimo di tregua. Questo però, trovato il proprio ritmo di pedalata, consente di procedere regolari e la fatica diventa soprattutto psicologica (Con il 39x26 ho pedalato sempre piuttosto agile ed il cuore si è sempre mantenuto sui 170 BPM). Gli ultimi km al contrario regalano splendide visuali sulla vallata sottostante in una alternanza di salite e falsipiani. Bruttine tre gallerie buie, sterrate e fangose, passate le quali resta da superare un'ultima rampa (sarà al 12% circa) di qualche centinaio di metri per guadagnare la vetta. Purtroppo dopo essere caduto due volte ho preferito affrontarla correndo a piedi con la bici in spalla, ma vi garantisco che pedalare con la bicicletta da strada su 20 cm di neve fresca è una cosa tecnicamente impossibile ! Splendida la discesa dall'altro versante (Suttrio) così come il ritorno a Tolmezzo.
Tempo di scalata: 1 ora ed 8 minuti (9.3 km/h e 1084 di VAM)

sabato 21 settembre 2002

Bocca di Forca

Con una preparazione decisamente diversa rispetto a quando l'avevo affrontata a Maggio (ora ho quasi 10.000 km e le 7 Gran Fondo del Prestigio nelle gambe) sono tornato a scalare la terza salita italiana per coefficiente di difficoltà. La giornata umida ed uggiosa mi fa temere per l'aderenza della ruota posteriore ed in effetti solo grazie a numeri di equilibrismo ho evitato di cadere un paio di volte per delle pedalate a vuoto !
I primi 4 km scorrono via veloci in una alternanza di rampe impegnative ed alcune "spianate" (non credo si scenda mai sotto il 7/8 %), poi la pendenza aumenta ancora: terribile il quinto chilometro dove tendini, muscoli, cuore e fiato vengono spremuti fino all'osso; appena il tempo di recuperare ed un'altra breve rampa impegnativa porta al congiungimento con la salita del monte Tomba. Da qui mancano ancora 3 km alla cima e le pendenze restano superiori al 10%, ma l'asfalto appena rifatto, il fatto vedere l'arrivo in cima a 6 tornanti e la consapevolezza di aver passato il peggio rendono questo tratto un puro divertimento ! Per quanto riguarda i rapporti io ho utilizzato il 39x23/26 pedalando quasi sempre fuori sella: chi invece predilige pedalare da seduto dovrà necessariamente montare il 29 o la tripla !!
1 ora ed 8 minuti il tempo di scalata (8.8 km/h e 1000 di VAM) ma con asfalto asciutto si possono togliere alcuni minuti ! Staremo a vedere

domenica 8 settembre 2002

Gran Fondo 5 Terre 2002

La notte alla vigilia della gara una leggera pioggia rende viscide e scivolose le strade già ricoperte di un asfalto precario (asfalto vecchio, pieno di buche e ghiaino).
I paesaggi sarebbero stupendi ma davvero non si possono togliere gli occhi dall'asfalto nemmeno un secondo; ne sa qualcosa anche il sottoscritto che concentrandosi sulle manovre di un'auto in mezzo alla strada arriva in un tornante "fangoso" un pò troppo sparato: abrasioni (leggere per fortuna, ma tante) dall'anca alla caviglia. Che dire: Gò sbajà mi !! Per la prima volta ho tirato dal primo all'ultimo chilometro senza risparmiarmi mai: grandi prestazioni nelle due rampe più ripide (San Bernardino e San Giorgio: 4/5 km tra il 10% e il 20% di pendenza) e negli ultimi 30km (di solito mi aggregavo ad un gruppetto, questa volta sono stato io a portarne 4 fino al traguardo).

domenica 25 agosto 2002

Gran Fondo Oetztaler Radmarathon 2002

Si comincia subito con una bella notizia: causa frana il percorso passa da 238 a 250km ! Wow, come se non bastasse la normale tensione della vigilia per una prova del genere.
Il percorso risulta essere lungo, duro, faticoso e chi più ne ha più ne metta ! I primi due passi (Kutai e Brennero) passano via in fretta, forse per l'altissima velocità della prima metà gara, per il fatto di essere in un gruppo numerosissimo e soprattutto perchè la testa già pensa alla seconda metà del percorso. Il Passo Giovo viene fatto in compagnia di un tedesco facendo a gara di "ventilazio intestinali putrens" (scoregge): probabilmente la colpa è della zuppa (si si, proprio zuppa, con tanto di aglio) presa per sbaglio al ristoro precedente (la tenevano nei bisoni della Red Bull, che ne sapevo io). Alla fine della discesa successiva (record 93 km/h) ricevo i complimenti del suddetto tedesco per la tecnica di guida: infatti alla fine ci troviamo soli ai piedi del Passo Rombo dopo aver ben distanziato il gruppo con cui procedevamo. Già, il passo Rombo, in tutto sono 30 km, di cui i primi 5 e gli ultimi 7 davvero impegnativi, soprattutto avendo già 200km nelle gambe; nella prima parte il cuore sale esageratamente costringendomi a fermarmi un paio di minuti per farlo scendere (che sia stata troppa Red Bull ? erano solo 3 lattine). Poi recupero al meglio, guadagno un sacco di posizioni e nella discesa successiva raggiungo i 97 km/h (mai più in vita mia, promesso).
250km, 9 ore 29 minuti, 26.4 km/h di media. 282° su 2500 partecipanti
Del resto avevo una gran fretta di tornare a casa (anche in auto: Merano (BZ)-Mestre 1.30 ore), dovevo rivedere Carla dopo 15 gg. di astinenza !!

domenica 14 luglio 2002

Gran Fondo Pinarello 2002

Il percorso non è particolarmente difficile, tutt'altro. Su 202 km vi sono solo 2 vere salite e nemmeno particolarmente lunghe; la difficoltà maggiore sta nell'alta velocità, infatti lunghi tratti di pianura si viaggia ben sopra i 40 km/h. Nonostante il cielo coperto il caldo e l'afa si fanno comunque sentire, ma comunque viaggio alla grande fino a 3km dall'arrivo quando quello davanti a me cade all'improvviso: con la ruota anteriore ero anche riuscito a saltarlo, ma toccandolo con quella posteriore mi sono letteralmente capovolto, finendo a pelle di leone sull'asfalto con abrasioni varie su gomiti, ginocchia e ad un'anca; passino i danni fisici e alla bici, ma quello che mi rode di più sono le 53 posizioni perse...
Classifica finale: 202 km in 6h e 54 minuti, media 29.2 km/h, 344° assoluto su 921

domenica 30 giugno 2002

Gran Fondo Maratona delle Dolomiti 2002

Ecco il percorso : 7 passi dolomitici da superare, nell'ordine Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Campolongo, Giau e Falzarego. Un sali e scendi continuo con salite molto regolari che consentono, impostato il proprio ritmo, di mantenerlo costante e di amministrare per bene le proprie forze. Il Giau è il passo più duro (10% di media, 15% di massima) e l'ultimo , il Falzarego, il più "semplice". Sulle dolomiti che dire ? Vi sono certi passaggi incantevoli, e nemmeno le parole di un poeta o le foto migliori renderebbero giustizia a questo splendido spettacolo della natura.
I partecipanti erano tantissimi, più di 7000 persone, la metà stranieri in prevalenza tedeschi (e come corrono, mannaggia loro !!); partendo piuttosto indietro ho trovato le strade un poco intasate fino in cima al Pordoi, ma chi se ne frega, va bene così...
Classifiche : la posizione assoluta sembra peggiore delle precedenti granfondo, ma se rapportata al numero di partecipanti è da considerarsi molto, ma molto migliore: 147 km in 6h e 28' (22,70 km/h di media) 802° assoluto su 3210 e 107° di categoria su 332.
Da notare che sul passo Giau, a oltre 40 km dalla fine, sono transitato 1025°: da qui in poi ho corso come un dannato recuperando oltre 200 posizioni. Addirittura negli ultimi 5 km, con un falsopiano in leggera salita, viaggiavo a 30 km/h e la gente che provava ad agganciarsi dopo qualche centinaio di metri era costretta a staccarsi ... scusate, ma sono sempre belle soddisfazioni per noi poveri ciclisti ...

domenica 16 giugno 2002

Gran Fondo Campagnolo 2002

Finalmente la possibilità di partecipare a questa granfondo, dopo aver osservato ed ammirato per anni i ciclisti passare davanti alla casa di Fiera di Primiero, considerandoli quasi degli eroi per il percorso che riuscivano a superare, spesso accompagnati da condizioni meteo decisamente avverse.
Partenza alle 7.30 ma già si intuisce che sarà una giornata molto calda e soprattutto molto afosa. Nonostante siano praticamente le strade di casa non ho mai affrontato le salite principali, così affronto Cimacampo controllando la frequenza cardiaca e mantenendomi ben sotto le mie potenzialità. Infatti già dal secondo passo, il Manghen, il sole e la calura si fanno sentire obbligando a dosare per bene le energie, a mangiare e soprattutto a bere molto. Nonostante l’attenzione alla parte agonistica di questa parte del percorso non posso restare indifferente agli splendidi paesaggi che questa salita dolomitica sa regalare. La prima parte del passo resta sollevata rispetto al fondovalle nel quale tra gli alberi si intravede uno splendido torrente. Nella seconda parte invece la strada si restringe, si entra nel bosco e nonostante le pendenze accorcino il fiato si riescono ad ammirare lo scollinamento sempre visibile e la vallata sottostante nella quale si vede inerpicarsi lo zig zag della striscia di asfalto appena superato. Nella discesa del Manghen mi scateno, memore dell’impresa di Savoldelli al Giro d’Italia del '98, superando parecchi concorrenti e raggiungendo il numeroso gruppo della Pinarello ai quali mi accodo e mi faccio scortare per tutto il fondovalle fino all'inizio del passo Rolle.
Qui la fatica comincia a farsi sentire ma le pendenze non impossibili consentono di mantenere un buon passo e di staccare comunque tutti i compagni di gruppo. Nella successiva discesa, nonostante la conosca a memoria e la affronti a forte andatura, riesco a raggiungere un solo concorrente con il quale arriviamo con cambi regolari fino ai piedi del Croce d'Aune; qui sia per il caldo che per la difficoltà della salita diventa solo una questione psicologica riuscire ad andare avanti: le gambe bruciano e gridano vendetta ma come dice Aldo Rock (ciclo maratoneta e speaker di radio Deejay) la metto sul filosofico con la frase: "gambe state male ? è un problema vostro ... perché io sto bene !". Per fortuna molti abitanti della zona rinfrescano gli atleti con le loro pompe da giardino. Nella discesa successiva arrivo a 200 metri da un altro gruppo piuttosto numeroso ma quando la strada spiana a 4 km dalla fine non riesco a trovare le forze per raggiungerli. Resta così il rammarico di non aver guadagnato qualche altra posizione.
(208 km, 8h 52min, media 23 km/h, 427° classificato)

domenica 19 maggio 2002

Gran Fondo Nove Colli 2002

E siamo alla 29° edizione della più antica manifestazione ciclistica per amatori; già dal giorno prima si ha la sensazione di partecipare ad un evento straordinario, tale è l’organizzazione, la presentazione degli sponsor in una fiera attrezzata in riva al mare. La domenica si comincia alle 6.30 sotto una leggera pioggia, e questo scoraggia buona parte degli 8500 iscritti che si fermano subito, mentre invece il tempo reggerà decentemente fino alla fine. Il fastidio peggiore è l'acqua sollevata dall' asfalto dalle ruote di coloro che ti precedono piuttosto che quella che scende dal cielo, leggera e vaporosa come spesso viene descritta nei paesi anglosassoni, ma presto le cose si sistemeranno e si incontrerà al massimo qualche tratto di asfalto umido.
Dopo 40 km di pianura cominciano le colline: in tutto sono nove da superare, ma a differenza della manifestazione bolognese tra un colle e l'altro non vi è un solo metro di pianura, tutto sali e scendi senza respiro. Le salite principali sono belle toste, non tanto per la loro pendenza media ma per alcune rampe davvero dure (dal 12% al 18%) che si è costretti ad affrontare a tutta per non perdere contatto con il proprio gruppo. Anche le discese sono molto tecniche e difficili ma questo si rivela un vantaggio in quanto mi consentono di recuperare il tempo perso al ristoro posto in cima ad ogni colle. Nonostante la fatica gli ultimi 30 km di piano sono stati corsi, ovviamente in gruppo, a più di 45 km/h, davvero non ho idea da dove siano saltate fuori le forze per farlo.
Organizzazione meravigliosa, ristori ben piazzati ed organizzati, due ali di folla stile professionisti sui 3 colli principali tutti pronti a fare il tifo e ad applaudire, le strade presidiate dall’organizzazione che limitano all’osso il traffico automobilistico durante la manifestazione, la durezza del tracciato, tutti motivi di orgoglio per la mia prestazione, anche se la soddisfazione maggiore mi viene dall’aver superato per la prima volta la soglia dei 200 km.
(205 km in 7h.28min, media 28 km/h, 524° classificato).

mercoledì 1 maggio 2002

Gran Fondo Dieci Colli 2002

Splendida giornata di sole, la partenza avviene dai giardini Margherita nel cuore di Bologna, e se non fosse per i circa 4000 partecipanti sembrerebbe quasi di stare ai giardinetti per la scampagnata domenicale.
Il percorso è un continuo saliscendi tra i colli appenninici, un classico mangia e bevi con una alternanza di salite dolci e brevi strappi spacca gambe. Dieci in tutto le colline da superare, tutte relativamente corte, alternate ad attraversamenti in quota o a fondo valle, il tutto da affrontare a velocità sostenute ed in gruppi piuttosto numerosi venutisi a formare naturalmente a seconda delle relative capacità.
Alcune arcigne salite costringono a stringere i denti e ad intossicare i muscoli delle gambe, ma alla fine si riveleranno tutte molto brevi e superabili in pochissimi minuti, mentre più insidiose del previsto alcune discese su fondo sconnesso che portano inevitabilmente a pericolose sbandate, mentre altre discese ampie consentono di raggiungere altissime velocità (toccati i 75 km/h). I bellissimi paesaggi delle colline verdeggianti rilassano lo spirito, ma si torna subito alla realtà della gara con l’ultima rampa a pochissimi chilometri dall’arrivo, durissima, tanto che si incontrano parecchi ciclisti che la stanno superando a piedi.
Alla fine il rammarico di essere arrivato al traguardo con ancora una discreta riserva di energie, subito mitigata dal succulento ristoro finale e dalla dormita ristoratrice che mi sono concesso sul caldo prato e sotto un sole già estivo.
(150 km in 4h.40min, media 32 km/h, 516° classificato)

venerdì 1 marzo 2002

Montagna in primavera

Senza citare luoghi o percorsi in particolare, vorrei provare a descrivere le sensazioni provate: il sole tiepido senza l'afa dei mesi estivi, il silenzio quasi irreale di luoghi che sembrano abbandonati dalla civiltà, solo qualche raro anziano intento a girare la terra del suo orticello e la silenziosa compagnia di qualche altro fanatico del pedale qualche tornante più sotto, la salita ripida nell'asfalto corroso dal tempo, le folate di vento gelido che ti entrano nelle ossa, il cervello che stacca dai soliti problemi di tutti i giorni e comincia a controllare la ritmicità delle gambe, il battito del cuore, la fatica, la fame e la sete.
Nei tratti più duri ti ripeti "ma chi me lo fà fare", e la risposta la trovi solo in vetta, quando si aprono paesaggi unici, orizzonti sconosciuti ai più con la soddisfazione di avercela fatta ti rende tutte le energie spese finora.

venerdì 4 gennaio 2002

Freddo siberiano

Esco di casa ben coperto e protetto da indumenti di ultima generazione, antivento e in grado di mantenere la temperatura corporea nonostante il freddo gelido. Le temperature nella notte scendono regolarmente oltre i 10 gradi sottozero, ed anche questa mattina è decisamente rigida. Appena uscito di casa il termometro segna -9, decido quindi di andare subito nel lato della montagna esposto al sole e di affrontare subito la salita per scaldarmi al più presto. Infatti, chilometro dopo chilometro, la fatica ed il sole che alza la temperatura di qualche grado mi portano a togliere i guanti ed aprire il gilet.
Con grande rammarico scopro che è stata asfaltata gran parte di una forestale che precedentemente era in terra battuta, anche se in realtà questo facilita il superamento dei tratti più ripidi prima decisamente difficoltosi (la pendenza del percorso varia dal 10% al 20%).
Terminata la lunga salita (10km) comincia un lungo tratto di falsopiano, e l'aumento della velocità mi costringe a rivestirmi per bene. La strada forestale è ben pulita, a parte qualche tratto rimasto all'ombra degli alti pini che risulta ancora innevato: il suono della neve che fruscia schiacciandosi sotto le ruote è semplicemente stupendo, regala emozioni di solitudine e natura davvero uniche.
Ogni tanto qualche lastrone di ghiaccio in prossimità delle numerose sorgenti mi costringe a procedere con prudenza, ma nonostante ciò basta un attimo di distrazione per perdere il controllo della bicicletta scivolando a terra, ma sfido chiunque a mantenere la concentrazione sulla strada quando una coppia di daini ti attraversa il sentiero a dieci metri di distanza; un poco ammaccato e spaventato mi rialzo e li guardo allontanarsi nel bosco.
Alla fine il tratto più duro risulta essere la discesa su strada statale. Il freddo pungente, soprattutto nei tratti all'ombra, mi costringe infatti a fermarmi parecchie volte per scaldarmi le mani ormai incapaci di trattenere le leve dei freni. Arrivato a casa fatico ad aprire la porta di casa con la chiave, tanto si sono intorpidite le mie mani: per dare un’idea della rigida temperatura la borraccia dell'acqua è completamente gelata !