martedì 29 giugno 2010

Percorso Campagnolo 2005

Saltato il lungo della GF Sportful mi sono deciso di ripercorrere il vecchio percorso, mantenuto fino al 2005, della GF Campangolo. Parto da Feltre prestissimo e attacco la salita di Cimacampo mantenendo il cuore molto basso (130 battiti) godendomi il fresco ed il verde del bosco che, salendo di quota, si dirada lasciando spazio a malghe circondate da prati e pascoli; nonostante la lunghezza della salita si scollina in fretta: la prima parte della discesa è al limite della percorribilità, ma come si entra in trentino la strada diventa larga e liscia come un biliardo. A Scurelle si riprende a salire e, nonostante l'orario, fa già molto caldo e l'umidità sale decisamente. Mangio parecchio e cerco di non strafare ma un attimo di sconforto (vedi foto) mi prende ai -6 km, quando vedo il passo ancora in alto, molto in alto (600 metri più su). Non cedo, e quando vedo sotto di me i tornanti finali mi rendo conto di essermeli finalmente tolti dalle spalle, ma così ho lasciato il posto ad una pesantissima scimmia, e non ho nemmeno una banana da darle ! Per fortuna mancano solo 1000 metri e poco dopo mi godo la splendida discesa fino a Molina.34° C e un'afa insopportabile mi accompagnano fino al lago di Paneveggio, a metà del passo Rolle, obbligandomi a due soste ai bar per una Coca Cola ghiacciata con il limone. Nella seconda parte del passo ritrovo vigore e mi avanza anche di dar battaglia a due tedeschi: han vinto loro, ma sicuramente erano appena partiti !Sul Croce d'Aune, il cielo si fa cupo e qualche goccia di pioggia mi rinfresca, ma è solo un'attimo, perchè quando l'asfalto caldo comincia a bagnarsi inizia l'effatto sauna, con i vapori caldi che risalendo hanno il sopravvento sulla pioggia fresca (fresca ? diciamo tiepida).Alla fine ho impiegato mezz'ora in più rispetto a quando percorrevo quasto giro in gruppo, tempo perso tutto nei tratti pianeggianti, perchè in salita i tempi sono rimasti molto simili. 204 km, quasi 5000 di dislivello, 9 ore e 22 minuti.

domenica 20 giugno 2010

Gran fondo Sportful 2010

Piove, ma dalle disastrose previsioni dei giorni scorsi sembra meglio del previsto, quando mi comunicano che causa vento e rischio neve sopra ai 1600, si correrà solo sul percorso ridotto (123 km). Parto tranquillo come al solito, in maniera da scaldarmi bene e non strafare, fino all'inizio della valle del Mis, dove la pioggia aumenta di intensità accompagnata da forti raffiche di vento contrario. Qui la prima scelta tattica: meglio faticare meno e stare a ruota di un gruppetto, anche se l'acqua che si solleva dalle ruote di chi mi precede mi limita parecchio la visibilità. Allo scollinamento di Forcella Franche mi rendo conto che sono salito pianino (solo 4 minuti di vantaggio rispetto allo scorso anno), ma non è certo la discesa il punto in cui cercare di recuperare.Su Forcella Aurine comincio ad accelerare, rientrando facilmente su diversi gruppetti, rifiatando un attimo, e allungare nuovamente. Ai -3km dal passo ripenso con piacere alla scorsa estate, con il caldo e l'afa, le gambe che bruciavano e Graziano che non si staccava dalla mia ruota. Adesso è però il freddo (3°C) a pungere gambe e mani, ma i guanti invernali li tengo ancora in tasca e all'asciutto, mi serviranno più avanti. Sul passo Cereda, 4 impegnativi chilometri, i primi agonizzanti che hanno forzato troppo all'inizio mi stimolano a spingere ancora, e nella successiva discesa, nonostante l'estrema prudenza, vivo 1 minuto di vero terrore a causa del vento, della pioggia fitta e della velocità che mi fanno sbandare paurosamente un paio di volte.A Fiera di Primiero rientro su un bel gruppo (30) e rifiato a ruota fino al Croce d'Aune, dove dò fondo a tutte le mie energie: non avevo il cardio ma sicuramente ero al limite ! A metà salita un bicchiere di the preso al volo e di nuovo a superare concorrenti fino al passo. Dopo un paio di tornanti della discesa il freno anteriore è talmente consumato che devo svitare il registro del cavo (in corsa) per averlo nuovamente funzionante; a Pedavena raggiungo un altro gruppetto, faccio qualche cambio in testa ma ai -4 nessuno vuole più tirare, quindi mi metto davanti e poco dopo mi trovo da solo. Insisto e vengo ripreso solo in centro a Feltre, e negli ultimi 300 metri (in salita) per raggiungere il traguardo riesco a difendere la mia posizione.Tantissima acqua, ma ero pronto ad un meteo ancora peggiore, alla fine è stato anche molto divertente.

domenica 13 giugno 2010

Campionati Italiani 2010

A fine giugno a Conegliano (TV) si terranno i campionati italiani professionisti su strada. Incuriosito sono andato a provare il circuito che i professionisti dovranno ripetere per 11 volte, così, giusto per vedere l'effetto che fa.
Si parte dal centro storico di Conegliano aggirando il colle con il castello, per salirci dal versante ovest, un solo chilometro senza particolari difficoltà. Da qui si percorre tutta la cresta delle colline con sguardi a perdita d'occhio tra coltivazioni di viti, boschi e aziende vinicole fino a San Pietro di Felletto, dove si scende in un serpentone di nove ampissimi tornanti. PReve tratto pianeggiante e finalmente il Muro di Ca del Poggio, ovvero via pascoli. Poco più di un chilometro con pendenze importanti (15% ca.) quindi 8 km tra discesa e pianura per tornare in centro alla cittadina veneta.
In sostanza un percorso molto veloce dove c'è da pedalare sempre, sia in salita che in discesa, con un muro a spezzare il ritmo. Nei due giri che sono riuscito a percorrere le mie gambe non hanno sofferto particolarmente: probabilmente vado troppo piano, sono certo che a ritmo dei professionisti farà male a tanti concorrenti.

sabato 5 giugno 2010

Finalmente le dolomiti

Finalmente si pedala sulle dolomiti, e che dolomiti: Staulanza, Giau e Cibiana con partenza da Longarone. La prima salita si infila perfettamente tra il Civetta ed il Pelmo, siamo alle prime ore della mattina ed assistiamo al risveglio dei paesi che attraversiamo tra profumi e colori che solo da queste parti si riescono a godere. Lo spettacolo delle montagne che ci circondano cambia continuamente e si arriva presto in vetta. Sul Giau le pendenze consentono meno di ammirare i panorami, ma ciascuno del proprio passo facciamo tutti la stessa fatica e ci lanciamo in picchiata verso Cortina. La discesa pedalabile fino a Venas viene fatta a tutta birra e sul passo Cibiana, spesso e ingiustamente considerato di secondo piano, la fatica comincia a farsi sentire. La prima parte è pedalabile, nella seconda le pendenze si fanno ancora importanti e bisogna tirare fuori tutte le energie per scollinare. Personalmente ho tirato talmente forte da rimanere senza energie, al punto da subire nel finale un umiliante sorpasso.