sabato 23 aprile 2011

Gita in elicottero


… ormai ho completato la discesa, sono al km 96 dei 98 previsti, e mi sto organizzando mentalmente per andare al parco a salutare la famiglia prima di andare a farmi una bella doccia defaticante. Vedo un’auto provenire dalla parte opposta del lungo rettilineo, torno a guardare la strada per qualche secondo e, all’improvviso, mi ritrovo l’auto di traverso che invade completamente la mia corsia e parte di quella opposta. In una frazione di secondo realizzo che a destra non si passa per la presenza di un muretto, a sinistra è troppo rischioso perché non vedo se ci sono auto in direzione opposta, e la strada termina con ghiaia, alberi ed un torrente: non resta che frenare ! Undici metri a ruota bloccata riducono la velocità ma l’impatto resta violento: centro la portiera, rotolo sul tetto e cado dalla parte opposta perdendo conoscenza.
Apro gli occhi mentre gli infermieri del 118 mi mettono sulla barella dicendomi di stare calmo mentre mi caricano sull’elicottero; 40 minuti dopo l’incidente sono all’ospedale e per tutta la giornata sarà un susseguirsi di radiografie, tac e visite di tutti i tipi. Leggendo il referto sembro finito sotto una granata, mentre in realtà poteva andare molto peggio. (trauma toracico, contusione polmonare, fratture costali multiple, frattura sterno e scapola destra, lussazione della clavicola destra, trauma facciale con frattura orbitale destra, frattura del radio al polso destro).

Debutto dolomitico

La forma che cresce e l’anticipo della bella stagione mi spingono a sfruttare al meglio le ferie pasquali trascorse ai piedi delle dolomiti. Nonostante siano le prime ore del mattino sui passi Rolle e Valles le temperature sono fresche ma decisamente sopportabili, ed anche le successive discese sono piacevoli e per nulla preoccupanti. In tarda mattinata sono ad Agordo e ricomincio a salire verso Forcella Aurine: nonostante sia ben sotto alla mia soglia le gambe girano che è una meraviglia e ne esce un nuovo personale, fatto davvero senza faticare. Sul Cereda continuo a spingere ma senza andare al limite ad anche qui ne viene fuori un tempo eccellente; appagato da questi risultati affronto la discesa in scioltezza godendomi il panorama senza sfruttare i lunghi e ripidi rettilinei alla ricerca della velocità massima, ma il destino ha in serbo per me qualcosa di diverso…

sabato 16 aprile 2011

Borcola e Coe

Accurata preparazione del percorso e studio meticoloso dell’orario di ritrovo: dovevamo essere in 4 ma Graziano sta male durante la notte e Damiano rompe l’auto mentre ci sta raggiungendo. Restiamo io e David, e se da una parte perdiamo in compagnia e simpatia, dall’altra, per la legge delle probabilità, abbiamo l’assoluta certezza che oggi non ci capiterà alcuna disavventura.
Da Piovene, poco a nord di Schio, risaliamo la val d’astico e raggiungiamo Posina dove si comincia a risalire verso la Borcola; la prima parte è piuttosto agevole, la seconda decisamente più ostica, ma quello che colpisce è la particolarità della strada, praticamente un sentiero che si inerpica sulla montagna a stretti tornanti in totale assenza di auto: del resto la strada è ufficialmente chiusa per le numerose frane che incontriamo nella lunghissima discesa fino a Rovereto.
Per ritornare in Veneto scaliamo il passo Coe nella variante Guardia-Serrada piuttosto che nel classico da Folgaria: qualche strappo fa penare ma alla fine il ritmo resta alto e l’umore ottimo. In cima ci sono 4 gradi e la stanchezza si fa sentire anche nella breve salita del passo Valbona, ma è la discesa il tratto più impegnativo dell’intero giro: lo stomaco è ben protetto, le gambe sopportano, ma la temperatura anche se in continuo aumento (da 4 a ben 8 gradi) mi fa penare le mani protette solo dai guantini estivi.
120 km e 3000 metri di dislivello non ci tolgono l’ebbrezza di qualche sprint negli ultimi 10 km (quasi) pianeggianti.

mercoledì 13 aprile 2011

Mi sembra di volare

Mezza giornata di ferie per portare a termine dei lavori sulla casa (scavi per i tubi dell'acqua per collegarmi alla fontana del confinante), però alle 13.00 i vicini non sono in casa così decido di farmi il giro breve di 40 km.
Parto a tutta birra, le gambe girano che è una meraviglia, mi sembra di volare, ed in effetti resto con facilità sul filo dei 40 all'ora; certo ultimamente ci ho dato dentro con gli allenamenti e vengo da due giorni di riposo, ma non credevo davvero di essere così in forma. A metà uscita mi fermo per la foto e riparto, e dopo poche centinaia di metri mi rendo conto che la leggera brezza che sentivo alle mie spalle in realtà è poco meno di una bora ! Fatico a tenere i 26 km/h, il sudore non fa tempo ad uscire dai pori che è già evaporato, la bici fatica a mantenere la linea retta. Cerco strade alternative, l'unica soluzione per tornare a casa è procedere come le barche a vela, allungando il percorso ma tenendo il vento in diagonale piuttosto che averlo in faccia. Sono più stanco del previsto, e per recuperare 1 metro cubo di terriccio da portare in giro per il giardino è proprio quel che vuole.

sabato 9 aprile 2011

Lo scherzo continua

Se me lo avessero detto non ci avrei creduto: non siamo ancora alla metà di Aprile e le temperature sfiorano i 30° C ! Ma che succede ? Effetto serra, buco nell'ozono, riscaldamento globale del pianeta o più semplicemente tutte le preghiere dei ciclisti sono state esaudite ?
Poco importa, mi godo appieno questo anticipo di estate.

venerdì 1 aprile 2011

Scherzo d'Aprile

Primo di Aprile, e di pesci nemmeno l'ombra, nonostante lo splendido sole e le miti temperature che sembrano preannunciare una torrida estate.
Poco tempo, solo la pausa pranzo da sfruttare al massimo, ma con qualche (qualche ?) scatto e qualche volata anche in un'ora si riescono a portare le gambe al dolore fisico, raggiungendo quello stato di benessere e la sensazione di miglioramento della condizione che, abbinate alla freschezza mentale del cambio di stagione, arrivano a regalare una splendida sensazione di benessere.