sabato 15 settembre 2001

Rampilonga 2001

Euforico per le Granfondo affrontate con la bici da corsa decido di cimentarmi anche nella celebre Rampilonga, Granfondo di mountain bike a livello nazionale. Avendo preso all'ultimo questa decisione decido di non iscrivermi ufficialmente ma di infilarmi abusivamente in mezzo agli altri atleti; poiché la partenza avviene a scaglioni intervallati di qualche minuto lascio partire i migliori e mi accodo al secondo gruppo: ha così inizio la mia odissea. Certo siamo in montagna ed è fine settembre, ma la scorsa settimana in Liguria era piena estate, quindi non mi preoccupo certo per un paio di nuvole nerissime che non promettono nulla di buono. Dopo poche centinaia di il percorso devia dall’asfalto prendendo una forestale che si inerpica sempre più stretta e ripida verso la cima del monte Lusia. Forestale inizialmente in ghiaino che cambia in terra battuta nel momento preciso in cui comincia a piovere. Il terreno si fa subito fangoso e scivoloso, così diventa un'impresa procedere, anche perché i vari gruppi di ciclisti si sono compattati creando dei veri e propri ingorghi: è sufficiente che qualcuno scivoli o sia costretto a fermarsi un attimo che subito si creano pericolosi sbandamenti per i successivi duecento metri di strada. Inoltre salendo di quota la pioggia si trasforma in grandine, ed anche qui reputo la cosa poco interessanti, in quanto io indosso regolarmente il casco ! Verso la cima comincia a nevicare, la salita si fa sempre più ripida e si è costretti a fare molti tratti a piedi. Allo scollinamento ci sarebbe un bel ristoro con del the caldo ma essendo abusivo non ho il coraggio di farmi avanti, quindi inizio subito la discesa.
Gli occhiali sono appannati, i pattini in gomma dei freni si consumano rapidamente, l'abbigliamento estivo mi rende insensibili mani e braccia... insomma per farla breve, ad un certo punto decido di prendere la via più breve verso la macchina, abbandonando il percorso di gara. Scelta inevitabile, anche perché ormai sono ridotto a frenare con le suole delle scarpe. Arrivo così tremante come ua foglia all’automobile dove sono costretto a chiedere aiuto ad una signora perché le mani gelide non mi consentono di prendere le chiavi dell’auto dalla tasca posteriore ! Acceso il motore metto il riscaldamento al massimo e mi piazzo con le mani davanti ai bocchettoni: recuperatone l'uso mi accorgo di non essere in grado di togliermi le scarpe che sono completamente congelate. Solo con l'aiuto di un coltello elimino lacci e linguetta, butto le scarpe in un bidone e piazzo i piedi che ormai sono di colore blu davanti al riscaldamento. Solo nel viaggio di ritorno verso casa riuscirò a recuperare completamente il movimento delle dita inferiori.

sabato 1 settembre 2001

Gran Fondo Cinque Terre 2001

La mia prima vera Granfondo, considerando che alle "colline Romagnole" ero alla mia terza uscita assoluta con la bici da corsa ed ero ancora piuttosto impacciato.
Pedalare in mezzo alla gente è davvero tutto un altro mondo, devi stare attento alle manovre di chi ti sta vicino, e questo ti toglie un poco la possibilità di gustarti il paesaggio, di ammirare tutto ciò che ti sta intorno, ed è un peccato perchè la riviera ligure vista dall'alto lascia intravedere degli splendidi paesi, attraversando i quali ti accorgi di quanto poco siano cambiati negli ultimi 50 anni.
Tecnicamente il percorso non lo ho trovato durissimo se non per il San Giorgio, ma devo dire che ero ancora in fase di sperimentazione (di me stesso e delle Granfondo) percui non ho spinto al limite delle mie possibilità