giovedì 26 maggio 2005

Monte Grappa da Valle San Liberale

Sveglia prima del gallo (5.30) per poter essere sotto le montagne (Pederobba) a pedalare fin dalle prime ore del mattino. Breve percorso collinare, ideale per scaldare i muscoli, quindi deviazione verso Fietta: nei pressi di una rotonda si seguono le indicazioni per Valle San Liberale e si superano subito due brevi tratti piuttosto impegnativi. Raggiunta una ex-colonia si devia a destra (direzione Vedetta) entrando subito nel bosco. La strada prende a salire con stretti tornanti sul costone della montagna decisamente ripido: da un lato le rocce scavate per far spazio alla strada, dall'altro le cime degli alberi umide regalano frescura ed odori intensi, l'asfalto appena rifatto attutisce tutti i rumori tanto che si sente il solo frusciare della catena. Dopo alcuni chilometri la strada si impenna ed il fondo stradale diventa ruvido e si riempie di buche e brecciolino: subito penso che sarebbe impossibile per uno schiacciasassi percorrere queste pendenze (20%), ed infatti poco dopo si torna alla situazione precedente per altri mille metri. Dopo l’ennesimo tornante la salita torna a farsi ancora più impegnativa di prima, complice anche la condizione climatica: il sole è salito e comincia a scaldare la schiena, visto che gli alberi sono misteriosamente scomparsi lasciando spazio solo all’erba ed alle rocce. Mi sorpassano una decina di ragazzi con i loro motorini che annaspano, tanto che dopo un tornante uno di questi (probabilmente non lo aveva elaborato a sufficienza) sta percorrendo a piedi un tratto di salita. Dopo il “salto della capra” si costeggia un burrone per poi immettersi nella strada che arriva dal monte Tomba: questa è larga poco più di due metri e attraversando i prati scollina malga Archeson per poi scendere nel cuore del Grappa. Ci si trova circondati da prati e pozze d’acqua, tra malghe e pascoli, scortati da vacche e grilli che cantano, con questa sottile striscia di asfalto nero che li attraversa zig-zagando (so che li appassionati di Mountain Bike la malediranno). Si torna quindi verso la costa della montagna, dove in dolce ascesa si possono ammirare i colli Asolani e la pianura sottostante, fino al ricongiungimento con la salita di Semonzo, percorrendo gli ultimi chilometri della quale si raggiunge la cima della montagna.

sabato 7 maggio 2005

L'asfalto del Monte Grappa

Sabato scorso mi ero preparato per affrontare la prima di una serie si scalate multiple alla cima del monte grappa. Come primo exploit di questo tipo avevo previsto la salita "classica" da Romano (Bassano), la discesa verso il feltrino dal versante di Caupo, quindi da Seren del Grappa inoltrarmi per la valle di Seren e da qui risalire verso la cima per Chiesa Nuova, il versante più ripido ed impegnativo cui raggiungere la cima del Monte Sacro.
La prima salita la affrontata con calma, con l'idea di non stancarmi e per risparmiare quande più energie in vista di muri che mi attendevano nel secondo versante. Anche la discesa ed i pochi km di pianura successivi li ho fatti con tranquillità, mangiando e cercando la giusta concentrazione.
I primi tratti della salita da Seren sono piuttosto agevoli e li ho superati senza problemi, quando ecco avvicinarsi sempre più la prima rampa (siamo su pendenze prossime al 20%). Ecco che raccolgo le energie, mi alzo sui pedali e comincio a spingere con il massimo delle energie... ed improvvisamente sento uno schiaffo sulla guancia destra e non capisco più nulla. Pochi secondi di disorientamento, mi trovo disteso sull'asfalto a pelle di leone: alzo lo sguardo e con la bicicletta impennata sopra di me, al che rivolgo lo sguardo verso il basso e vedo la ruota incastrata per un terzo in una griglia di scarico dell'acqua. Ne avevo appena passate due di uguali, evidentemente leggermente in diagonale, e mai più mi sarei aspettato che la ruota passasse tranquillamente tra le griglie: in sostanza mentre pedalavo è stato come se mi avessero tolto improvvisamente la ruota anteriore. Fortunatamente ero in salita ed indossavo il casco (Indossarlo sempre, anche in salita !!) e me la sono cavata con qualche abrasione sullo zigomo e sul mento, oltre che con un ginocchio un poco gonfio, però mi sono trovato la ruota tutta imberlata e sono stato costretto a tornare indietro e ritornare al punto di partenza per la Valsugana.
Vabbè... cose che capitano... oltretutto raccontandola in maniera ridicola e Fantozziana non fa neanche tanto male...