domenica 26 settembre 2004

Eroica 2004

Il cielo è illuminato dalla luna piena così mi avvio senza fanale; dopo pochi km mi rendo conto che nei tratti in mezzo al bosco non si vede nulla oltre al proprio naso, ma fortunamente dietro di me si stanno avviando le auto d'epoca così mi aggrego al corteo risolvendo il problema. Dopo una ventina di minuti il sole fa capolino oltre le colline creando da subito scenari da favola: comincia il primo tratto di sterrato che si inerpica su una collina creando un affascinante frusciare sotto le ruote. Sarà l'orario, il silenzio e la serenità dei luoghi che mi circondano, il cielo spaccato in due tra luce ed ombra, l'abbigliamento che indosso, le cascine immerse nel verde o il corteo di auto de'epoca che si allontana davanti a me, ma sembra davvero di essere tornati indietro di 40 anni.
Con questo spirito procedo su strade semideserte, il paesaggio intorno a me regala scorci meravigliosi, ogni tanto supero qualche altro ciclista Eroico; pedalo un chilometro dopo l'altro finchè raggiungo il primo ristoro e con meraviglia scopro che è attrezzato con panini al salame, formaggio, crostate e biscotti, acqua, Chianti e vin Santo. Fatta colazione rimpio la borraccia di acqua e vino (sconsigliatissimo sotto sforzo, asciuga la bocca, ed invece di far passare la sete la fa aumentare) e riparto.
Faticosa la scalata a Montalcino (siamo cira a metà corsa) dove la lunga salita si fa a tratti impegnativa, con delle rampe, sempre su sterrato, che costringono a procedere al limite dell'equilibrio, anche perchè la dotazione dei rapporti delle bici d'epoca non ha nulla a che vedere con quelle attuali. Per fortuna al secondo ristoro ricarico le energie con una buonissima ribollita !
Al successivo rifornimento, e siamo al 150° km, vengo anche intervistato da una tv locale: l'ultima domanda che mi fanno è: "e se ti dicessi che il peggio deve ancora venire?"; credevo scherzasse, ed invece i 15 km che seguono sono un vero tormento. Un saliscendi continuo, tutto su sterrato, con delle rampe anche al 20%, un paio delle quali son purtroppo costretto a farle a piedi. Infatti con il 39x23 come rapporto massimo e con le scarpe bloccate dalle cinghiette correvo davvero il rischio di farmi del male.
Gli ultimi chilometri, come sempre, volano con la forza dell'entusiasmo che cancella qualsiasi fatica, complice l'uovo crudo con biscotti e vin dolce dell'ultimo ristoro: splendido l'arrivo a Gaiole con l'intero paese in festa, la banda che suona, cibo e vino a volontà ! Tanto che, se mi capiterà di ritornarci, farò sicuramente un percorso più breve e mi gusterò di più la parte godereccia della manifestazione