sabato 15 settembre 2007

Tempesta sul grappa

Scalata al Monte Grappa da Romano d'Ezzelino:
0.00.00 Capitello di Romano
0.33.10 falsopiano di Costalunga
0.50.12 Camposolagna
0.58.00 Ponte San Lorenzo, inizia a piovere leggermente
1.25.12 Ho da poco superato il cartello dei 1500 di altitudine, vedo appena sopra di me il bivio per Feltre, quando nel giro di 30 secondi la pioggia diventa grossa, cominciano ad arrivarmi addosso foglie secche e rami spezzati, si alza un vento pazzesco che mi costringe alla resa. La pioggia diventa grandine, mi giro immediatamente e comincio la discesa; la temperatura è scesa a 3 gradi ed il vento mi sposta lateralmente di un metro. Sono costretto a fermarmi qualche secondo nel pieno della bufera, e quando provo a ripartire è impossibile superare i 20 km/h, non c'è nessun posto in cui ripararsi quindi procedo con il ghiaccio che ticchetta sul casco e punge gambe e volto. La strada è un torrente e gli alberi si piegano paurosamente davanti a me, ma alternative non ce ne sono, quindi stringo (sbatto) i denti e proseguo tremante e con le mani quasi paralizzate. I chilometri sembrano non passare mai, e smette di piovere solo al termine della discesa.
Una zona di cielo paurosamente nera si sposta verso la pianura trevigiana, mentre voltandomi a guardare la cima del Monte Sacro vedo solo uno splendido sole illuminare i prati verdissimi.

Un piccolo Fiandre

Distorsione al pollice della mano sinistra, caviglia leggermente gonfia con un profondo taglio causato dagli ingranaggi della catena, contusione al coccige, gambe dure come il cemento, mal di schiena… eppure l'ultimo weekend non sono stato a Beirut, ma a Conegliano a pedalare con altri 7 compagneros su e giù per i colli trevigiani, facendo 160km e 3000 metri di dislivello distribuiti in una trentina di strappi, e, potrà sembrare strano visto il bollettino medico, mi sono anche divertito parecchio.
Alcune salite sono le classiche della zona, altre sembravano le rampe di accesso di qualche garage privato, alcune lunghe alcuni chilometri e con pendenze abbordabili ed altre con pendenze mostruose, ma il massimo del divertimento è stato lo spirito competitivo che andava via via crescendo con il passare delle ore.
Intuite da subito le differenze di capacità si sono cercati i modi più vili e feroci per guadagnare qualche posizione, con azioni che non si vedevano dalla coppa Kobran di Fantozzi: indicazioni sbagliate per mandare fuori strada qualcuno prima della salita, qualcuno che distraeva in chiacchere i più forti mentre un altro scattava all'improvviso, piccole trattenute o “tappi” più o meno involontari, etc.
E nel finale, ormai prossimi all'arrivo, un involontario piccolo cambio di direzione del “Gatto” mentre lo stavo per affiancare ha fatto toccare le nostre ruote, e per allontanarmi da lui sono finito contro David: i manubri si sono agganciati ed ho vissuto 5 secondi di adrenalina pura prima di riuscire a fermarmi con una “sellata” sul sedere e la corona piantata nella caviglia, ma riuscendo entrambi ad evitare di cadere (ma non chiedeteci come abbiamo fatto).

sabato 1 settembre 2007

L'amico francese

Mentre mi sto dirigendo a Montebelluna mi si accoda una persona e mi chiede gentilmente se si può mettere nella mia scia; ovviamente acconsento e procedo regolare come prima. Ad un semaforo il tizio mi affianca e mi chiede che giro faccio, ed io, sempre gentilmente, rispondo che ho intenzione di andare su e giù per i colli Asolani e per il Montello, e questi “sono francese e non conosco le strade, posso venire con te ?”. “Nessun problema !”
Mercato vecchio: salita breve e pedalabile, io vado spedito ma senza impiccarmi ed il transalpino mi segue senza problemi. Cominciamo a chiacchierare fino ai piedi della forcella Mostaccin, 3 km con pendenze spesso in doppia cifra. Sparo tutto quello che ho, stabilendo anche il mio record personale, quindi decido di aspettare questo nuovo amico anche per il resto del percorso. Passano nemmeno 2 minuti e questi spedito inizia la discesa senza fermarsi nemmeno un secondo.
Si tratta di un abitante della bassa Francia, a ridosso dei Pirenei, appassionato pedalatore, e parla discretamente l’italiano, o meglio, il veneto. Infatti tra martedì e mercoledì si è fatto 700 km in sella ed è venuto a trovare suo cognato, essendo figlio di un immigrato.
Ai piedi del Montello altro scatto sulla presa quattordici (record personale mancato di pochi secondi), neanche il tempo di riempire la borraccia che il nuovo compagno di viaggio mi raggiunge e di nuovo insieme scambiandoci qualche opinione sui professionisti.
Dimenticavo un particolare: il “francesino” aveva sessantotto anni (si, proprio 68 !)
Grandi saluti e scambio di complimenti quando le nostre strade si dividono… e nemmeno un minuto dopo supero 4 cinquantenni mestrini che si mettono immediatamente dietro di me e mi seguono praticamente fino a casa: anzi, quando sono praticamente davanti al garage si dicono disposti a pagarmi il pranzo se li trascino ancora sul filo dei 40 km/h fino a casa loro