Scalata al Monte Grappa da Romano d'Ezzelino:
0.00.00 Capitello di Romano
0.33.10 falsopiano di Costalunga
0.50.12 Camposolagna
0.58.00 Ponte San Lorenzo, inizia a piovere leggermente
1.25.12 Ho da poco superato il cartello dei 1500 di altitudine, vedo appena sopra di me il bivio per Feltre, quando nel giro di 30 secondi la pioggia diventa grossa, cominciano ad arrivarmi addosso foglie secche e rami spezzati, si alza un vento pazzesco che mi costringe alla resa. La pioggia diventa grandine, mi giro immediatamente e comincio la discesa; la temperatura è scesa a 3 gradi ed il vento mi sposta lateralmente di un metro. Sono costretto a fermarmi qualche secondo nel pieno della bufera, e quando provo a ripartire è impossibile superare i 20 km/h, non c'è nessun posto in cui ripararsi quindi procedo con il ghiaccio che ticchetta sul casco e punge gambe e volto. La strada è un torrente e gli alberi si piegano paurosamente davanti a me, ma alternative non ce ne sono, quindi stringo (sbatto) i denti e proseguo tremante e con le mani quasi paralizzate. I chilometri sembrano non passare mai, e smette di piovere solo al termine della discesa.
Una zona di cielo paurosamente nera si sposta verso la pianura trevigiana, mentre voltandomi a guardare la cima del Monte Sacro vedo solo uno splendido sole illuminare i prati verdissimi.
0.00.00 Capitello di Romano
0.33.10 falsopiano di Costalunga
0.50.12 Camposolagna
0.58.00 Ponte San Lorenzo, inizia a piovere leggermente
1.25.12 Ho da poco superato il cartello dei 1500 di altitudine, vedo appena sopra di me il bivio per Feltre, quando nel giro di 30 secondi la pioggia diventa grossa, cominciano ad arrivarmi addosso foglie secche e rami spezzati, si alza un vento pazzesco che mi costringe alla resa. La pioggia diventa grandine, mi giro immediatamente e comincio la discesa; la temperatura è scesa a 3 gradi ed il vento mi sposta lateralmente di un metro. Sono costretto a fermarmi qualche secondo nel pieno della bufera, e quando provo a ripartire è impossibile superare i 20 km/h, non c'è nessun posto in cui ripararsi quindi procedo con il ghiaccio che ticchetta sul casco e punge gambe e volto. La strada è un torrente e gli alberi si piegano paurosamente davanti a me, ma alternative non ce ne sono, quindi stringo (sbatto) i denti e proseguo tremante e con le mani quasi paralizzate. I chilometri sembrano non passare mai, e smette di piovere solo al termine della discesa.
Una zona di cielo paurosamente nera si sposta verso la pianura trevigiana, mentre voltandomi a guardare la cima del Monte Sacro vedo solo uno splendido sole illuminare i prati verdissimi.