Accurata preparazione del percorso e studio meticoloso dell’orario di ritrovo: dovevamo essere in 4 ma Graziano sta male durante la notte e Damiano rompe l’auto mentre ci sta raggiungendo. Restiamo io e David, e se da una parte perdiamo in compagnia e simpatia, dall’altra, per la legge delle probabilità, abbiamo l’assoluta certezza che oggi non ci capiterà alcuna disavventura.
Da Piovene, poco a nord di Schio, risaliamo la val d’astico e raggiungiamo Posina dove si comincia a risalire verso la Borcola; la prima parte è piuttosto agevole, la seconda decisamente più ostica, ma quello che colpisce è la particolarità della strada, praticamente un sentiero che si inerpica sulla montagna a stretti tornanti in totale assenza di auto: del resto la strada è ufficialmente chiusa per le numerose frane che incontriamo nella lunghissima discesa fino a Rovereto.
Per ritornare in Veneto scaliamo il passo Coe nella variante Guardia-Serrada piuttosto che nel classico da Folgaria: qualche strappo fa penare ma alla fine il ritmo resta alto e l’umore ottimo. In cima ci sono 4 gradi e la stanchezza si fa sentire anche nella breve salita del passo Valbona, ma è la discesa il tratto più impegnativo dell’intero giro: lo stomaco è ben protetto, le gambe sopportano, ma la temperatura anche se in continuo aumento (da 4 a ben 8 gradi) mi fa penare le mani protette solo dai guantini estivi.
120 km e 3000 metri di dislivello non ci tolgono l’ebbrezza di qualche sprint negli ultimi 10 km (quasi) pianeggianti.