Il cambio dell'ora mi costringe a partire ben prima dell'alba, quando l'asfalto è illuminato solo dai lampioni; è domenica mattina e le strade sono deserte e silenzione, complice anche il blocco del traffico previsto per oggi in tutta la provincia. Minuto dopo minuto i chilometri scorrono veloci e l'ambiente intorno a me resta surrele, a farmi compagnia qualche rara finestra illumita, dietro alla quale mi immagino qualche anziano mattiniero impegnato con la sua colazione, immerso tra gli odori di caffè, di marmellata e di fette biscottate. Le prime campane fanno scendere in strada qualche isolato gruppetto di persone che a piedi si recano verso il luogo di culto più vicino, e l'assenza di altri rumori rende le loro voci piene e gioiose. Il sole è già alto quando i paesi cominciano a popolarsi ma non va smarrirsi il senso di pacatezza e serenità, sembra che finalmente il mondo abbia deciso di frenare la sua folle corsa, fatta eccezione per il sottoscritto e qualche altro pedalatore che comincia a farsi vedere per strada. La temperatura è ancora lontana dall'essere gradevole, ma non fa più il freddo polare delle scorse settimane e gli odori cominciano ad essere distinti tra di loro: non più smog ed umidità a chiuderti gli alveoli polmonari ma aria tersa e frizzante, odore erba novella che cresce, dei campi la cui terra appena rivoltata fa sembrare tutto più nuovo, pronto ad una nuovo ciclo della natura.
In silenzio, con il solo frusciare della catena, trascorro una intera mattinata pedalando in una dimensione già provata solo all'Eroica e alla Parigi-Roubaix.
In silenzio, con il solo frusciare della catena, trascorro una intera mattinata pedalando in una dimensione già provata solo all'Eroica e alla Parigi-Roubaix.