
Ormai sono in cima, ma i minuti sono contati, devo fare in fretta perchè siamo già all'imbrunire. Smonto velocemente la ruota forata, apro la sacca degli attrezzi sotto la sella e mi viene in mente che la camera d'aria di scorta è rimasta in auto: recupero allora toppe e mastice e mi preparo a perdere qualche minuto in più del previsto, ma mentre svito il mastice mi rendo conto che ormai è completamente secco e quindi inutilizzabile.
La situazione è questa: si sta facendo buio, sono in cima ad un monte sperduto con la ruota posteriore forata e senza possibilità di essere riparata, per giunta ad 8 km dalla civiltà con una discesa decisamente impegnativa anche con la bicicletta in perfetto ordine. Che il monte Tomba mi debba accogliere per sempre tra le sue pendici ?
Non ho alternative, mi siedo sul tubo orizzontale cercando di tenere il peso sulla ruota davanti, e frenando solo con l'anteriore comincio a scendere con molta prudenza. Dopo un chilometro una baita con un'auto mi accende una speranza, subito sedata da un paio di cani che cominciano a correre lungo il viale d'accesso venendo verso di me. La fuga è scontata e riprendo così la mia agonia.
A metà percorso altra illuminazione quando vedo un bel furgone nei pressi di un agriturismo; entro e fortunatamente trovo un muratore che sta per tornare a casa e che gentilmente mi carica a bordo e mi riporta all'auto tutto infreddolito.
E curiosamente, tornato a casa, mi rendo conto che la ruota, nonostante il massacro subito, non ha nemmeno perso la centratura