Ogni tanto tra la fitta vegetazione si intravede il lago di garda, sempre più basso e distante dalla strada che intanto continua ad inerpicarsi senza pietà, con tremendi rettilinei in cui il tornante successivo sembra sempre lontanissimo. Ad ogni tornante si hanno 5 secondi in cui respirare e far riposare braccia e schiena, ma sono veramente troppo pochi ! A metà salita inizia la guerra tra le gambe che vogliono interrompere questo supplizio e la testa che non vule saperne di mollare; quindi un tornante a destra lancia la sfida al tratto più duro, un lungo rettilineo sotto i cavi dell'alta tensione che friggono nell'aria. Un crampo sulla coscia, un attimo di appannamento e finisco sul bordo strada, la ruota scivola sul brecciolino e sono costretto a fermarmi. Ormai il piede è a terra, la sfida persa, quindi riprendo fiato e provo a ripartire: solo al terzo tentativo ci riesco, in quanto le elevate pendenze non consentono di prendere sufficiente velocità per agganciare entrambi i piedi ai pedali. Riparto con energia e dopo 30 secondi suona il telefono; altra breve e sosta e via con rinnovato vigore, e anche se le pendenze sono sempre elevate in qualche tratto la strada spiana consentendo di recuperare quanto basta. Ormai sono in cima, un lungo tratto pianeggiante sul costone della montagna rilassa le gambe e la mente che spazia sul lago e sul burrone sottostanti.
martedì 1 maggio 2007
Prada Alta (Punta Veleno)
Ogni tanto tra la fitta vegetazione si intravede il lago di garda, sempre più basso e distante dalla strada che intanto continua ad inerpicarsi senza pietà, con tremendi rettilinei in cui il tornante successivo sembra sempre lontanissimo. Ad ogni tornante si hanno 5 secondi in cui respirare e far riposare braccia e schiena, ma sono veramente troppo pochi ! A metà salita inizia la guerra tra le gambe che vogliono interrompere questo supplizio e la testa che non vule saperne di mollare; quindi un tornante a destra lancia la sfida al tratto più duro, un lungo rettilineo sotto i cavi dell'alta tensione che friggono nell'aria. Un crampo sulla coscia, un attimo di appannamento e finisco sul bordo strada, la ruota scivola sul brecciolino e sono costretto a fermarmi. Ormai il piede è a terra, la sfida persa, quindi riprendo fiato e provo a ripartire: solo al terzo tentativo ci riesco, in quanto le elevate pendenze non consentono di prendere sufficiente velocità per agganciare entrambi i piedi ai pedali. Riparto con energia e dopo 30 secondi suona il telefono; altra breve e sosta e via con rinnovato vigore, e anche se le pendenze sono sempre elevate in qualche tratto la strada spiana consentendo di recuperare quanto basta. Ormai sono in cima, un lungo tratto pianeggiante sul costone della montagna rilassa le gambe e la mente che spazia sul lago e sul burrone sottostanti.
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