Il meteo diceva sole e temperature in aumento, ma c’è un solo grado e del sole nemmeno l’ombra, semplicemente perché, vista l’ora, deve ancora sorgere.
Parto verso nord in un’ambientazione degna di un film horror, con una sottile nebbia che danza ad un metro da terra sopra ai campi fangosi delimitati da alberi alti e spogli, di cui si intravedono solo la base e la cima; l’asfalto è bagnato dalle piogge dei giorni scorsi e non si vede anima viva: nemmeno una luce accesa dentro a qualche abitazione o un camino fumante. Ci vogliono 45 minuti perché il sole faccia capolino come una lontana lampada arancione, illuminando in lontananza le montagne, di cui si intravedono solo le cime innevate colorate di un giallo-rosa piuttosto singolare: la nebbia velocemente scompare quando salgo sulle prime colline. Supero Forcella Mostaccin in una giornata che sembra improvvisamente diventata primaverile, ma appena scollinato mi si presenta un panorama che non avevo mai avuto la fortuna di ammirare prima di oggi. Gli alberi spogli del bosco che sto attraversando in primissimo piano, sullo sfondo il Monte Grappa illuminato dal sole con le cime completamente ricoperte da una bianchissima neve; nel mezzo la sensazione di una vasca colma di panna montata, formata da una fittissima coltre nebbiosa tanto buia e cupa nella parte bassa quanto luminosa ed armoniosa in superficie. E tra le nebbie, come sospese nel vuoto, le cime e le chiese dei piccoli paesini di Monfumo e Castelcucco.
Con la discesa torno nel limbo umido e freddo ma per oggi il cuore resterà caldissimo.
Parto verso nord in un’ambientazione degna di un film horror, con una sottile nebbia che danza ad un metro da terra sopra ai campi fangosi delimitati da alberi alti e spogli, di cui si intravedono solo la base e la cima; l’asfalto è bagnato dalle piogge dei giorni scorsi e non si vede anima viva: nemmeno una luce accesa dentro a qualche abitazione o un camino fumante. Ci vogliono 45 minuti perché il sole faccia capolino come una lontana lampada arancione, illuminando in lontananza le montagne, di cui si intravedono solo le cime innevate colorate di un giallo-rosa piuttosto singolare: la nebbia velocemente scompare quando salgo sulle prime colline. Supero Forcella Mostaccin in una giornata che sembra improvvisamente diventata primaverile, ma appena scollinato mi si presenta un panorama che non avevo mai avuto la fortuna di ammirare prima di oggi. Gli alberi spogli del bosco che sto attraversando in primissimo piano, sullo sfondo il Monte Grappa illuminato dal sole con le cime completamente ricoperte da una bianchissima neve; nel mezzo la sensazione di una vasca colma di panna montata, formata da una fittissima coltre nebbiosa tanto buia e cupa nella parte bassa quanto luminosa ed armoniosa in superficie. E tra le nebbie, come sospese nel vuoto, le cime e le chiese dei piccoli paesini di Monfumo e Castelcucco.
Con la discesa torno nel limbo umido e freddo ma per oggi il cuore resterà caldissimo.