Tutti i monti intorno a Vittorio Veneto (200 msl) sono coperti da nubi nere e minacciose, ma la cima del Col Visentin, obbiettivo di giornata, svetta sulle altre cime illuminata dal sole. I primi 12 km asfaltati, pur impegnativi, non aggiungono nulla di nuovo a quanto già conoscevo, ma appena ci si avventura nello sterrato la musica cambia: la cima del Col Visentin, con le sue antenne ed il suo rifugio sono un continuo punto di riferimento, a volte affascinandoci, altre demoralizzandoci per quanto ancora è lontano. Al km 12 di salita si raggiunge Focella Zoppei, e da qui in poi la strada comincia ad inerpicarsi in stretti tornanti che si affacciano alternativamente sulla pianura trevigiana (oggi coperta) e sulla Val Belluna, dalle cui nubi svettano le dolomiti al gran completo, regalando panorami che attenuano solo in parte l’enorme fatica. Il fondo stradale a volte è una fitta e sconnessa pietraia, altre presenta un brecciolino sabbioso che fa affondare le ruote, e le pendenze sono sempre intorno al 10%: raggiunto il rifugio la visione a 360° dai 1764 metri della cima è superba, e la birra è un meritato riconoscimento.
Ancora qualche km sterrato in discesa (i tratti più ripidi sono stati cementati) fino al Faverghera, quindi su asfalto fino al Nevegal e ritorno a Vittorio costeggiando il lago di Santa Croce e superando l’ultimo scalino di Sella Fadalto.