La magia di Scorzè sta nel riuscire a proporre un percorso fangoso anche quando non piove da due mesi: anche se il peggio è stato nella gara prima rispetto a quella degli amatori c'era comunque un campo dove serviva correre a piedi, e dopo tre giri mi son reso conto che chi mi stava accanto non calava il ritmo solo perchè mi ritrovavo a ridosso della decima posizione, in zone di classifica che solitamente non mi competono. Poi un paio di scivolate con caduta di catena mi hanno fatto perdere il gruppetto, e l'affanno per recuperare mi ha portato a commettere altri errori, il peggiore dei quali nel finale: nell'ultimo tratto fangoso con fosso prima dell'arrivo, che così bene avevo fatto a piedi fino ad ora, mi sono inventato di salire in bici, esibendomi in una meravigliosa capriola che mi è costata un'altra posizione. Alla fine 18° su 36, ma la soddisfazione è stato il distacco (relativamente) contenuto rispetto a quelli forti.