I primi 6 chilometri vengono percorsi a velocità controllata dietro alla macchina dell'organizzazione che ci porta a fare un giretto per il centro del capoluogo vicentino. Non fosse per la gente che cerca di superare correndo sui marciapiedi e le troppe auto parcheggiate a bordo strada sarebbe anche una situazione piacevole. La gara vera inizia con la salita (corta ma dura) al santuario di Monte Berico, da cui si prosegue in salita fino alla dorsale dei monti berici. Essendo questa prima salita seguita da parecchi chilometri di saliscendi a bassa quota decido di correre come un disperato per agganciarmi a qualche trenino composto da corridori veri, quelli che viaggiano a 50 km/h e non si stancano mai. Così do fondo alle mie energie e in un baleno siamo già a metà percorso: da qui al traguardo mancano ancora 80 chilometri e ci sono da superare quattro colline un poco più impegnative. Le prime due sono un piccolo calvario, in quanto le gambe sono dure, i panini con lo speck non sono bastati a recuperare le energie e più che altro i corridori del gruppo cui faccio parte sono troppo forti per le mie capacità. Pian piano mi sfilo, ma fortunatamente il percorso è un saliscendi continuo e si va bene ad affrontarlo anche da soli procedendo con il proprio passo. Giunge finalmente l'ora di ingerire la mia bomba segreta (che raccontandolo adesso di segreto mantiene solo le dimensioni): panino con marmellata di mirtilli ! Come Braccio di ferro con i suoi spinaci le gambe riprendono vigore, lo spirito si rinfranca e mi rendo conto che la gente che pedala al mio fianco sta andando decisamente piano, quindi gradualmente comincio ad aumentare il mio ritmo. Nell’ultima salita supero un buon numero di “cadaveri” che sono ormai arrivati al fondo delle energie, e scollinando vedo arrivare alle mie spalle una decina di corridori, probabilmente rallentati da una foratura (pare qualche criminale abbia buttato dei chiodi sulla strada, costringendo al ritiro o attardando almeno 300 ciclisti), così affronto con calma l’ultima discesa e mi accodo al gruppo per concludere ad elevata velocità gli ultimi 20 chilometri di pianura. Al ritorno in centro città il gruppetto rallenta troppo ad una rotonda a 200 metri dall’arrivo così mi trovo, grazie anche ad una piccola volata, a guadagnare altre 10 posizioni, classificandomi 172° assoluto (5 ore e 40, 156 km, 2500 metri di dislivello totale).