domenica 17 luglio 2005

Gran Fondo Pinarello 2005

La prima difficoltà riguarda la prima parte del percorso, da Treviso a Combai, apparentemente la più facile perchè prevalentemente pianeggiante. A fatica riesco a percorrerla a più di 40 km/h, cosa non facile, visto che intorno a me sfrecciando ondate di ciclisti a velocità decisamente superiore, ma continuo a ripetermi di non farmi prendere dalla foga per non essere costretto a pagarne le conseguenze nel prosieguo della corsa. Passata la prima ora finalmente inizia la prima salita, mi porto in testa ad un gruppetto, quando uscendo dal bosco mi attraversa la strada un gatto nero ! Considerato che il mio numero di gara è il 313 (la targa di Paperino) mi spiego perchè tutti coloro che mi stanno intorno tendono ad allontanarsi dal sottoscritto e a sistemarsi il fondello dei pantaloncini. La salita è lunga ed abbastanza impegnativa: considerando quanta gente sorpasso pedalando e saltando i due ristori posti all'inizio e alla fine della salita stessa, ringrazio di essere riuscito a tenermi a bada nei primi chilometri.
Lunga discesa fino a Valdobbidene con brivido sulla schiena per un inglese che sbaglia un tornante proprio davanti me finendo sul gard-rail e costringendomi ad una svirgolata con la ruota posteriore per evitarlo, quindi mi accodo ad un buon gruppone e su percorso collinare si arriva ai pedi del monte Tomba, che fortunatamente non sarà il luogo del mio riposo perenne, ma dove mi aspetta comunque una vera via Crucis. Infatti, alla fine del tratto più ripido mi prendono i crampi alla coscia sinistra: non mi era mai successo prima e non sapendo che altro fare decido di investire 3 minuti per una sosta dedicata allo stretching. Riparto tutto indolenzito, le gambe sembrano due mattoni ed anche i tratti dalle pendenze più agevoli mi sembrano dei veri muri. Arrivo finalmente al ristoro in vetta, riempio le borracce, divoro un'arancia ed una banana e riparto in discesa ritrovandomi nel tratto di pianura in un ennesimo gruppone di cavalli scatenati. Per paura di non riuscire più ad inerpicarmi sul montello, ultima salita di giornata, decido di lasciarli proseguire con i loro 45 km orari fatti di continui scatti, rallento ed aspetto il gruppo successivo al quale mi aggrego fino ai piedi della terribile presa XIV.
Fortunatamente è una salita che conosco bene, piuttosto dura ma anche relativamente breve, così sparo tutte le mie ultime energie e in pochi minuti torno ad agguantare il gruppone che avevo lasciato andare in precedenza, al quale mi aggrego per il ritorno a Treviso con gli ultimi 20 chilometri percorsi a quasi 45 di media.
(139 km, 2350 metri di dislivello, tempo 5h 47', media 29 km/h, 609° su 1512).