
L'asfalto è perfetto, la strada ampia, pedalabile e sempre immersa nel verde, verrebbe voglia di accelerare il ritmo, ma basta dare un'occhiata al mezzo su cui sto pedalando per desistere immediatamente. Girando intorno ad un costone di pietra si apre alla vista l'abitato di Lakki che, arrocato su una collina, sembra messo li apposta per appagare i sensi; da qui in poi il paesaggio cambia decisamente: spariscono gli alberi e il terreno circostante si fa più brullo ed incolto, ricordando vagamente i nostri paesaggi alpini, se non fosse che siamo a quote molto basse e che adesso si vedono i colli sottostanti che disordianatamente accompagnano la strada fino al mare.
La calura comincia a farsi sentire e decido di ricorrere alla borraccia che ho portato con me: non avendo trovato sistemazione migliore che legarla al portapacchi e non riuscendo a scioglierene il nodo, impenno la ruota anteriore su un sasso e mi distendo sull'asfalto per berne alcuni sorsi meritatissimi. Ancora qualche chilometro in cui memorizzo il paesaggio per le foto che farò durante la discesa e finalmente raggiungo il valico, soddisfatto e gioioso per questa pedalata nel buio.