Tornante a destra, cascina, ampia S e la pendenza di colpo raddoppia: la ruota posteriore comincia a scivolare, la schiena e le braccia tese al massimo, la bocca si apre in cerca della massima quantità di ossigeno ed ancora non basta, respirerei anche con le orecchie se ne fossi capace. Zig zag tra le vacche che pascolano (ma proprio qui, in questo tratto, oggi ??), la velocità al limite del ribaltamento (sotto i 5 km/h), ma ormai il peggio è passato, riesco a sedermi sulla sella e a riprendere con buon ritmo.
Supero una coppia di ciclisti, saluto, si accodano alla mia ruota. Piccola accelerazione ed il primo cede; comincia il tratto finale ed il più anziano non molla, così comincio a tagliare i tornanti prendendoli nella parte più ripida, lui non ci riesce e continua a fare il giro largo: ad ogni inversione di marcia guadagno metri, 5, 10, 15, non lo sento più, cerca di rifarsi sotto ma poi anche lui cede ed è costretto a fermarsi.
Ancora un chilometro sotto una pioggia finissima e anche questa volta la vetta è conquistata