"Prego, io chiama per confermare sua riservazione..." mi dice la gentilissima signora titolare del B&B di Merano (320 metri sul livello del mare), così gentile da insistere per svegliarsi alle 5.30 e prepararmi un splendida e abbondante colazione. Alle 6 sono già in sella e poco dopo raggiungo Flavio con il quale in un paio d'ore raggiungiamo Prato dello Stelvio, pedalando in leggera salita tra alberi di mele attraversando piccoli paesi e tratti di ciclabile con lunghi tratti di sterrato che fortunatamente non ci creano spiacevoli intoppi. Breve sosta tecnica e via verso il gigante delle salite italine: i primi chilometri fino a Trafoi scorrono veloci, poi la strada impenna ed inizia il terribile count-down dei tornanti. Mentre Flavio allunga il passo in maniera lenta ma inesorabile preferisco tenermi al di sotto dei miei limiti per evitare di finire troppo presto la benzina, procedendo agile e regolare nello splendido zig-zag dei tronanti tra la roccia, e combattendo contro la carenza di ossigeno che comincia a farsi sentire raggiungo i 2758 metri del Passo dello Stelvio. Indosso una maglia asciutta e giù in picchiata verso Bormio (1197), superando con prudenza alcune gallerie buie e mal segnalate, facendo il pelo a strapiombi ed ammirando splendide vallate alpine. Riempite le borraccie si ricomincia a salire lungo i 26 km del passo Gavia (2618); la prima metà è piuttosto agevole, ma superata S.Caterina Valfurva si ricomincia a fare sul serio ed anche questa volta preferisco tenermi un certo margine lasciando Flavio che allunga il passo. Superati i 2000 metri un paio di rampe tagliano le gambe, si fatica a respirare a fondo mentre un forte e freddo vento contario rende ancora più faticoso lo scollinamento, senza considerare le pessime condizioni dell'asfalto, pieno di buche e di rattoppi malfatti. La discesa fino a Ponte di Legno (1238) è poco più che un sentiero ed obbliga a tenere molto alta la concentrazione: a fondo valle cerchiamo un posto per mangiare ma ci ritroviamo già in salita verso il passo del Tonale (1884) e ormai non ci resta che proseguire fin quasi in vetta prima di riempire lo stomaco con spaghetti al pomodoro ed una fetta di strudel. Gli ultimi chilometri fino allo scollinamento li facciamo con traquillità per evitare il blocco della digestione, quindi inizia una lunghissima discesa (più di 40 km) resa pesante da un forte vento contrario. Per fortuna Flavio ha ancora parecchie energie e mi metto alla sua ruota, anche se di aria ne prendo tanta ugualmente. Siamo a Cles (650) quando riprendiamo a salire in maniera irregolare fino a raggiungere Fondo (988) da dove iniza il passo Palade, facilissimo sulla carta, ma vista la giornata trascorsa anche il 4% di pendenza si fa sentire. A farla da padrone ora è il caldo, e le fontane sembra siano state tutte chiuse per allungare la nostra sofferenza. "Finalmente" anche Flavio comincia ed essere in riserva di energie e con rapporti agili ed alta frequenza di pedalata scolliniamo i 1518 metri del passo: da qui a Merano solo discesa ! Alla fine saranno 247 km per 5450 metri di dislivello, con 11 ore e 13 minuti trascorse in sella