Nelle gare di triathlon l’assegnazione dei numeri di gara viene fatta in base alla classifica nazionale, quindi avendo il pettorale 322 su circa 450 iscritti, confidavo di onorare il numero, ovvero classificarmi intorno alla 300 posizione. Uso la frazione a nuoto (312° tempo) per riscaldarmi, rilassarmi e togliere la tensione accumulata negli ultimi giorni, perché se è vero che non ho grosse ambizioni di classifica, un campionato italiano è sempre una gara che mette soggezione. Nella salita del percorso ciclistico recupero posizioni su posizioni (nei 4 giri avrò effettuato 180 sorpassi), e da subito apprezzo le scelte tecniche effettuate: ottimo il casco con gli occhiali integrati che limitano la sudorazione sugli occhi, giusta la scelta della bici da cronometro, perché la salita era meno ripida del previsto e la discesa senza particolari difficoltà, e poi, diciamocelo, in fotografia fa molta più scena. A piedi, soprattutto nei primi 10 km, un vero calvario. Sono le 14 ed il sole brucia, c’è un vento caldo che aumenta l’arsura e solleva polvere da terra, le spalle sono scottate e fanno male; fortunatamente ci sono ristori ogni 2,5 km e tra coca cola da bere e acqua da gettarsi addosso riesco a trascinarmi sul percorso. Nella seconda metà della mezza maratona trovo il mio ritmo (nonostante il Garmin abbia esaurito la batteria) ma le scarpe bagnate mi creano un paio di vesciche che iniziano a fare male. Chiudo la frazione con un tempo molto alto, ma gli altri hanno fatto molto peggio me ! 5h 16m e 53s per un fantastico 137° posto in classifica, oltre le più rosee aspettative.