lunedì 1 dicembre 2014

Il fascino della competizione

Nella mia vita ho praticato moltissimi sport, a vari livelli e con alterni risultati. Da una breve esperienza calcistica in età adolescenziale sono passato al tennis, quindi alla pallavolo per 13 anni, per arrivare da trentenne al ciclismo e di recente al ciclocross ed al triathlon. Mentre nella triplice sostanzialmente mi diverto e gareggio per competere solo con me stesso, preferendo le medie distanze e ritrovandomi spesso molto più veloce di quanto mi aspettassi (nuoto a parte), nel ciclocross arrivo a vivere la gara in maniera molto più competitiva. L'adrenalina comincia a farsi sentire qualche ora prima ed il via diventa quasi una liberazione dallo stress, già dopo pochi minuti le gambe cominciano a dolere ed i polmoni sembrano svuotarsi, e per un'ora resto a soffrire quasi in trance. A questo si aggiunge impegno fisico e mentale negli allenamenti, il disagio del fango e della pioggia, del freddo e delle trasferte, il tutto per ottenere piazzamenti spesso modesti. E' vero, correre nella federazione amatoriale piuttosto che in quella ufficiale migliorerebbe parecchio la classifica, ma preferisco essere tra gli ultimi di quelli forti e continuare a prendere schiaffi in faccia. Sarò mica masochista ?