Ormai la ho consumata, la ho ripetuta 152 volte, più di una volta al mese torno a confrontarmi con le sue pendenze affrontate con il sole e con la neve, a volte con spirito turistico, altre lottando contro il cronometro, eppure resto sempre affascinato e stupito da quanto mi diverto a salire a Pianezze da Valdobbiadene. A volte, quando ci sono gambe e tempo, proseguo fino a Malga Meriech, ma già al piazzale donatori di sangue è una bella soddisfazione: le prealpi trevigiane ed il Piave ai tuoi piedi, il Grappa che ti accompagna a lato, il bosco ed i prati, le casere e gli agriturismi, le vacche che pascolano o gli anziani che tagliano il prato. Perché oltre alle pendenze, al sudore ed alla fatica anche l’occhio vuole la sua parte.