A Silvelle di Trebaseleghe è tornata alla ribalta una gara tra le più prestigiose del calendario internazionale degli anni 80 e 90; non potevo farmi sfuggire l’occasione nonostante la stanchezza per la gara di ieri. Poiché al peggio non c’è mai fine, le condizioni del percorso sono terrificanti: al fango si aggiungono le zolle d’erba che finiscono per incastrarsi ovunque sulla bicicletta ed in diversi tratti procedere in sella è davvero un’impresa. Due giri per sfoltire il gruppo, poi una vera e propria sfida con un altro concorrente: quando lui si ferma a togliere fango dalla bici allungo e credo di averla vinta, ma recupera in fretta e mi passa. 300 metri a piedi con il fango che arriva alle caviglie mi riportano sotto, e nel rettilineo su asfalto in volata ho la meglio chiudendo 37° su 74 partiti (ben 17 i ritirati). Peccato il doppiaggio a 150 metri dal traguardo: anzi, meglio così, perché forse un altro giro non lo avrei retto.