Le gambe fanno male, e risalire in bici costa qualche sacrificio in più del previsto, e solo dopo qualche chilometro ingraniamo superando la prima breve salita (Montemale) e raggiungiamo Pradleves. La salita al Fauniera si rivela impresa vera per diversi motivi: ci si aspettava una salita lunga e regolare ed invece si sale a gradini con rampe, soprattutto nella parte centrale, davvero impegnative; nel finale il vento in alcuni tratti soffia in maniera importante e le gambe sono tutt’altro che brillanti, ma il fascino della strada ci fa superare tutte le difficoltà.
Da incubo anche la discesa, terminata la quale ci si inoltra nel vallone d’Elva per risalire fino al colle di Sampeyre, altra cima storica e discretamente impegnativa, forse meno fascinosa delle precedenti ma non per questo più semplice da conquistare. Sembrava impossibile, ma la discesa è peggiore di quella del Fauniera: lunga, su asfalto ruvido e molto rovinato, e richieda la massima attenzione fino all’ultimo metro. Quasi 140km con più di sette ore in sella, anche oggi non ci siamo certo risparmiati.