Pendenze talmente elevate che anche gli animali faticano a camminare, non a caso quei terribili chilometri centrali sono chiamati “salto della Capra”; il caldo e l’arsura complicano le cose e solo sopportando qualche piccolo crampo riesco a non mettere il piede a terra. La seconda parte è più agevole ma la stanchezza è tanta e mi costa parecchio arrivare in vetta con un tempo discreto; per reintegrare una situazione fisica al limite della disidratazione non mi resta che fare ricorso alla mia speciale borraccia di emergenza (vedi foto).