lunedì 31 dicembre 2007
giovedì 1 novembre 2007
Monte Grappa da Cismon del Grappa (Val Cesilla)

sabato 15 settembre 2007
Tempesta sul grappa

0.00.00 Capitello di Romano
0.33.10 falsopiano di Costalunga
0.50.12 Camposolagna
0.58.00 Ponte San Lorenzo, inizia a piovere leggermente
1.25.12 Ho da poco superato il cartello dei 1500 di altitudine, vedo appena sopra di me il bivio per Feltre, quando nel giro di 30 secondi la pioggia diventa grossa, cominciano ad arrivarmi addosso foglie secche e rami spezzati, si alza un vento pazzesco che mi costringe alla resa. La pioggia diventa grandine, mi giro immediatamente e comincio la discesa; la temperatura è scesa a 3 gradi ed il vento mi sposta lateralmente di un metro. Sono costretto a fermarmi qualche secondo nel pieno della bufera, e quando provo a ripartire è impossibile superare i 20 km/h, non c'è nessun posto in cui ripararsi quindi procedo con il ghiaccio che ticchetta sul casco e punge gambe e volto. La strada è un torrente e gli alberi si piegano paurosamente davanti a me, ma alternative non ce ne sono, quindi stringo (sbatto) i denti e proseguo tremante e con le mani quasi paralizzate. I chilometri sembrano non passare mai, e smette di piovere solo al termine della discesa.
Una zona di cielo paurosamente nera si sposta verso la pianura trevigiana, mentre voltandomi a guardare la cima del Monte Sacro vedo solo uno splendido sole illuminare i prati verdissimi.
Un piccolo Fiandre

Alcune salite sono le classiche della zona, altre sembravano le rampe di accesso di qualche garage privato, alcune lunghe alcuni chilometri e con pendenze abbordabili ed altre con pendenze mostruose, ma il massimo del divertimento è stato lo spirito competitivo che andava via via crescendo con il passare delle ore.
Intuite da subito le differenze di capacità si sono cercati i modi più vili e feroci per guadagnare qualche posizione, con azioni che non si vedevano dalla coppa Kobran di Fantozzi: indicazioni sbagliate per mandare fuori strada qualcuno prima della salita, qualcuno che distraeva in chiacchere i più forti mentre un altro scattava all'improvviso, piccole trattenute o “tappi” più o meno involontari, etc.
E nel finale, ormai prossimi all'arrivo, un involontario piccolo cambio di direzione del “Gatto” mentre lo stavo per affiancare ha fatto toccare le nostre ruote, e per allontanarmi da lui sono finito contro David: i manubri si sono agganciati ed ho vissuto 5 secondi di adrenalina pura prima di riuscire a fermarmi con una “sellata” sul sedere e la corona piantata nella caviglia, ma riuscendo entrambi ad evitare di cadere (ma non chiedeteci come abbiamo fatto).
sabato 1 settembre 2007
L'amico francese

Mercato vecchio: salita breve e pedalabile, io vado spedito ma senza impiccarmi ed il transalpino mi segue senza problemi. Cominciamo a chiacchierare fino ai piedi della forcella Mostaccin, 3 km con pendenze spesso in doppia cifra. Sparo tutto quello che ho, stabilendo anche il mio record personale, quindi decido di aspettare questo nuovo amico anche per il resto del percorso. Passano nemmeno 2 minuti e questi spedito inizia la discesa senza fermarsi nemmeno un secondo.
Si tratta di un abitante della bassa Francia, a ridosso dei Pirenei, appassionato pedalatore, e parla discretamente l’italiano, o meglio, il veneto. Infatti tra martedì e mercoledì si è fatto 700 km in sella ed è venuto a trovare suo cognato, essendo figlio di un immigrato.
Ai piedi del Montello altro scatto sulla presa quattordici (record personale mancato di pochi secondi), neanche il tempo di riempire la borraccia che il nuovo compagno di viaggio mi raggiunge e di nuovo insieme scambiandoci qualche opinione sui professionisti.
Dimenticavo un particolare: il “francesino” aveva sessantotto anni (si, proprio 68 !)
Grandi saluti e scambio di complimenti quando le nostre strade si dividono… e nemmeno un minuto dopo supero 4 cinquantenni mestrini che si mettono immediatamente dietro di me e mi seguono praticamente fino a casa: anzi, quando sono praticamente davanti al garage si dicono disposti a pagarmi il pranzo se li trascino ancora sul filo dei 40 km/h fino a casa loro
mercoledì 1 agosto 2007
Passo 5 croci

Nella parte centrale le pendenze aumentano e la strada si fa più sconnessa, ma i rapportini della Mountain Bike consentono di superare agevolmente anche i tratti più ripidi. Dopo una decina di chilometri cominciano ad aprirsi splendidi panorami sulla vallata sottostante, mentre alzando lo sguardo si vede svettare il Cima d'Asta illuminato dal sole che comincia ad alzarsi (sono le 8.30 del mattino) filtrando tra le scure nubi. Nella parte finale si pedala tra prati, pascoli e malghe, con la strada che nel frattempo è tornata in perfette condizioni e con pendenze più dolci.
Giunto al passo il panorama toglie il fiato: comunque ci si giri ci sono da ammirare montagne e vallate, e solo il vento gelido ed il cielo coperto mi allontanano con un pizzico di malinconia dal piccolo monumento in ferro battuto. La discesa è mozzafiato, in quando il fondo stradale ed i pochissimi tornanti consentono lunghi tratti sopra ai 50 km/h anche a chi come me non è per nulla specialista delle ruote grasse.
domenica 1 luglio 2007
Sfida ai Giganti (Stelvio, Gavia, ... )

domenica 17 giugno 2007
Gran Fondo Campagnolo 2007

martedì 1 maggio 2007
Prada Alta (Punta Veleno)
Ogni tanto tra la fitta vegetazione si intravede il lago di garda, sempre più basso e distante dalla strada che intanto continua ad inerpicarsi senza pietà, con tremendi rettilinei in cui il tornante successivo sembra sempre lontanissimo. Ad ogni tornante si hanno 5 secondi in cui respirare e far riposare braccia e schiena, ma sono veramente troppo pochi ! A metà salita inizia la guerra tra le gambe che vogliono interrompere questo supplizio e la testa che non vule saperne di mollare; quindi un tornante a destra lancia la sfida al tratto più duro, un lungo rettilineo sotto i cavi dell'alta tensione che friggono nell'aria. Un crampo sulla coscia, un attimo di appannamento e finisco sul bordo strada, la ruota scivola sul brecciolino e sono costretto a fermarmi. Ormai il piede è a terra, la sfida persa, quindi riprendo fiato e provo a ripartire: solo al terzo tentativo ci riesco, in quanto le elevate pendenze non consentono di prendere sufficiente velocità per agganciare entrambi i piedi ai pedali. Riparto con energia e dopo 30 secondi suona il telefono; altra breve e sosta e via con rinnovato vigore, e anche se le pendenze sono sempre elevate in qualche tratto la strada spiana consentendo di recuperare quanto basta. Ormai sono in cima, un lungo tratto pianeggiante sul costone della montagna rilassa le gambe e la mente che spazia sul lago e sul burrone sottostanti.
giovedì 1 marzo 2007
Marzo pazzerello

La catena sferraglia (non si può dire "acciaiaglia") sui pignoni più grandi, la bicicletta trema nell'asfalto ruvido e rovinato, interrompendo i rumori del bosco: uccelli che cantano, fruscio di foglie e rami che si spezzano. Salgo velocemente quasi senza far fatica, mentre la pioggia aumenta di intensità rendendo la strada scivolosa; qualche segnale che i miei occhi fingono di non vedere e la mia mente di interpretare, un altro paio di chilometri, quindi un tornate a sinistra e la ruota affonda in 5 cm di poltiglia nevosa. I sali minerali più che dissetarmi mi congelano lo stomaco, mentre in questo momento sogno del vin brulè con polenta e formaggio alla piastra !
Inizia la discesa da affrontare con estrema prudenza, le mani insensibili trattengono a fatica le fredde leve dei freni, la ruota posteriore solleva spruzzi che si conficcano nelle gambe come aghi, gelidi spifferi si infilano nel collo mentre le tabelle stradali indicanti il chilometraggio oggi sembrano non passare mai. Il freddo si sopporta meglio terminata la discesa, riprendo a pedalare con vigore e velocemente ritorno alla macchina; ed ovviamente mentre mi cambio le nuvole si diradano ed un timido sole comincia a strizzarmi l'occhiolino
giovedì 1 febbraio 2007
La mia ... Tomba

Ormai sono in cima, ma i minuti sono contati, devo fare in fretta perchè siamo già all'imbrunire. Smonto velocemente la ruota forata, apro la sacca degli attrezzi sotto la sella e mi viene in mente che la camera d'aria di scorta è rimasta in auto: recupero allora toppe e mastice e mi preparo a perdere qualche minuto in più del previsto, ma mentre svito il mastice mi rendo conto che ormai è completamente secco e quindi inutilizzabile.
La situazione è questa: si sta facendo buio, sono in cima ad un monte sperduto con la ruota posteriore forata e senza possibilità di essere riparata, per giunta ad 8 km dalla civiltà con una discesa decisamente impegnativa anche con la bicicletta in perfetto ordine. Che il monte Tomba mi debba accogliere per sempre tra le sue pendici ?
Non ho alternative, mi siedo sul tubo orizzontale cercando di tenere il peso sulla ruota davanti, e frenando solo con l'anteriore comincio a scendere con molta prudenza. Dopo un chilometro una baita con un'auto mi accende una speranza, subito sedata da un paio di cani che cominciano a correre lungo il viale d'accesso venendo verso di me. La fuga è scontata e riprendo così la mia agonia.
A metà percorso altra illuminazione quando vedo un bel furgone nei pressi di un agriturismo; entro e fortunatamente trovo un muratore che sta per tornare a casa e che gentilmente mi carica a bordo e mi riporta all'auto tutto infreddolito.
E curiosamente, tornato a casa, mi rendo conto che la ruota, nonostante il massacro subito, non ha nemmeno perso la centratura
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